GA: come va il mercato

Scritto da Franco Billi

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Lo sviluppo della business aviation, come è logico, ha seguito gli alti e bassi dell’economia globale con un andamento che, riportato su un grafico, ricorda da vicino una tappa alpina del giro d’Italia: su e giù a cavallo delle crisi. Il futuro, a detta degli analisti, si può rappresentare come una progressione costante, un arrivo in alta quota che tuttavia appare al momento un auspicio, più che una previsione.

Nell’ultimo ventennio, dal 1991 al 2011, le consegne di nuovi velivoli della cosiddetta general aviation (GA), e sottolineo nuovi, senza quindi considerare il fiorente mercato dell’usato, risultano ammontare a circa 10.000 unità delle quali il 36% ovvero 3.600 (il conto era facile...) nel primo decennio ed il restante 64% dal 2001 al 2011.

Nel periodo 1991-'96 il trend delle vendite è stato pressoché costante sui 250 velivoli l’anno, per poi impennarsi violentemente e raggiungere le 600 unità annue intorno al 2000, dopodiché discesa ripida fino al 2004 anno in cui si è ritornati a livelli di poco superiori a quelli del primo periodo, diciamo intorno alle 300 macchine l’anno. Ma per poco, perché subito dopo, e sto parlando del periodo 2004-08 l’economia “dopata” (mantengo il paragone ciclistico..) che ben conosciamo, ha fatto salire il picco delle consegne fino al record annuale assoluto di 900 macchine in un anno toccato nel 2008, passato il quale c'è stato un nuovo discesone in picchiata verso i 500 pezzi anno del 2010, che non è comunque una cifra da trascurare dati i tempi. Per il 2011 i dati non sono ancora ufficiali, ma si parla di un mantenimento dei livelli dell’anno precedente.

Gli analisti, come dicevo all’inizio non so bene su quale base, prevedono un futuro roseo per il prossimo ventennio (la fonte è Bombardier, ed è forse il marketing a suggerire questo ottimismo): 10.000 nuovi aerei fino al 2020 (con un fatturato stimato di 245 miliardi di US$) ed altri 14.000 da lì al 2030 (??!!) e, udite udite, un trend di crescita costante senza alcuna di quelle flessioni periodiche tipiche del ventennio precedente, se non un rallentamento relativo intorno al 2016, che non dovrebbe però mettere in ginocchio i produttori, come avvenuto di recente, ma solamente essere assorbito con un rallentamento del ciclo produttivo.

Per quello che riguarda la tipologia dei prodotti, il mercato risulta molto segmentato ed ognuna delle analisi alle quali ci riferiremo utilizza un parametro proprio per definirlo ed analizzarlo, e di questo ci occuperemo prossimamente.

(20 marzo 2012)