Ci risiamo?

Scritto da Pietro Pallini

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Che nella nuova “nuova Alitalia”, quella nata dal fallimento della disastrosa esperienza della “cordata dei patrioti” di berlusconiana memoria, al di là degli ovviamente trionfalistici comunicati ufficiali grondanti ottimismo, le cose non andassero proprio bene erano in tanti a sospettarlo.


Le dimissioni di Silvano Cassano, primo amministratore delegato della nuova gestione Ethiad, benché ufficialmente motivate da “problemi personali”, vengono ora a confermare che effettivamente qualcosa non va.

A sorprendere è anche la velocità e il modo con i quali Cassano è stato bruciato: appena nove mesi da amministratore delegato, e la scadenza della presentazione dei bilanci del secondo semestre. Che ancora una volta porta un segno negativo.

In un clima dove le tensioni tra gli azionisti si andavano facendo sempre più evidenti, a salvare Cassano non è bastata nemmeno la stima che in lui ha sempre riposto James Hogan, il CEO di Etihad che lo aveva voluto alla guida di Alitalia anche in forza di una pregressa esperienza di lavoro comune in Hertz.

E se alcune dichiarazioni della compagnia sembrano voler giustificare queste dimissioni con l'accusa di non aver saputo creare e trasmettere una nuova immagine di Alitalia, capace di dare ai clienti il senso del cambiamento, la verità nuda e cruda delle cifre offre una ben diversa chiave di lettura.

Che per il ritorno di Alitalia all'utile si dovesse aspettare il 2017 era infatti cosa risaputa e apertamente dichiarata, ma è pur vero che, anche nella perdita del 2015 e del 2016, il piano industriale aveva in qualche modo fissato dei paletti, e questi paletti non sono stati rispettati.

Detto in parole povere: la nuova “nuova Alitalia” continua a perdere un milione di euro al giorno, esattamente come quella “vecchia vecchia”, quella del pre-Berlusconi. E questo nonostante tagli all'operativo, ridimensionamenti della rete, licenziamenti, cassa integrazione, e chi più ne ha più ne metta.

Non inganni il fatto che le perdite del primo semestre siano di “solo” 130 milioni, il che di per sé sarebbe addirittura un miglioramento del budget previsto, perché questo risultato è stato ottenuto solo grazie alla plusvalenza determinata dalla cessione a Etihad di un ulteriore pezzo dei gioielli di famiglia, la società Mille Miglia. Ciliegina sulla torta, i disagi e il danno economico subiti a causa dell'incendio di Fiumicino nel maggio scorso.

Intanto Montezemolo (presidente di AZ), in un freddissimo comunicato ai dipendenti, ringrazia il dimissionario Cassano e annuncia il passaggio “alla prossima fase della nostra strategia di trasformazione del business con una nuova guida”. Nuova guida della quale non è ancora dato conoscere il nome: per il momento i poteri sono divisi tra il direttore operativo Schisano e il responsabile finanziario Naysmith, che risponderanno a Montezemolo fino alla designazione del nuovo amministratore delegato. “Molto lavoro dovrà ancora essere fatto per raggiungere un successo duraturo”, conclude l'ineffabile Luca.

Dal canto loro i dipendenti, quelli sopravvissuti ai tagli degli scorsi anni, non possono fare a meno di porsi una angosciosa domanda: ci risiamo?

(20 settembre 2015)