Voli da e per Milano - XI

Scritto da EmmeEffe

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(segue) XI - E così il nostro amico, dopo aver avuto il suo consueto impatto mattutino con il degrado sociale ed ambientale, dopo aver messo a dura prova il suo sistema nervoso, finalmente raggiunge il luogo dove pensa di potersi rilassare per dieci minuti a leggere il giornale ed a farsi il suo programma mentale per la giornata lavorativa.


Parcheggia l’auto ed entra, con la sua inseparabile ventiquattrore nella stazione aeroportuale... Finalmente l'aeroporto! Luogo di preghiera e di raccoglimento mistico; inizia a camminare guardandosi attorno un po' confuso e pensando: "Ma cos'è questo silenzio, sarà mica andata via la luce?”

Appena si siede davanti all'uscita del suo volo, dopo aver fatto l'accettazione, apre timidamente il suo giornale ed inizia la sua lettura “aerobica”, ottima per la muscolatura del collo: ogni venti righe girare la testa verso il gate e poi tornare a leggere le successive 20 righe; è fastidioso, ma necessario contro l'imbarco alla “vigliacca”, quello che ti colpisce sempre alle spalle.

Quasi quasi, pensa il nostro amico, provo anche a prendermi un caffè che insieme al giornale non guasta mai; basta solo che mi alzo e cammino verso il bar voltandomi a guardare indietro ogni dieci passi, faccio la fila alla cassa con lo sguardo rivolto da questa parte, poi metto due cucchiaini di zucchero in fretta dentro il caffè, e mentre lo giro continuo a mantenere la testa voltata verso l’uscita, cosi tengo sotto controllo la situazione.

Se gli annunci. possono essere definiti dei semplici rumori, ebbene l`unico posto in cui questi. rumori sono utili è l’aeroporto, se poi vogliamo parlare di inquinamento acustico allora non si può fare a meno di evidenziare il fatto che esistono anche altri tipi di inquinamento che sono ben più gravi di quello acustico. Per esempio l’inquinamento delle acque dei fiumi e conseguentemente del mare, l’inquinamento atmosferico, quello dei rifiuti, ma ciò che è disarmante sono le precauzioni che vengono prese contro tutto questo.

Il luogo comune di tutte queste precauzioni è soltanto la loro platealità ma non la loro effettiva incidenza sul problema specifico e cosi compaiono i raccoglitori per la raccolta differenziata che hanno soltanto in cartello incollato sopra, con su scritto: “raccolta differenziata”. Ma se ti affacci sopra al contenitore ti accorgi che al suo interno non è diviso in due o più compartimenti ma tutto si mischia.

Fanno eccezione i contenitori per il vetro che però sono sempre cosi lontani dalla tua abitazione che ti passa la voglia di partecipare a questa suddivisione dei materiali.

Compaiono le marmitte catalitiche la cui effettiva azione, con il continuo ricorso ed uso che ognuno di noi fa della propria autovettura, viene limitata forse ai primi tre mesi dell'acquisto. Si vedono alla televisione plateali adunate di iscritti al WWF che raccolgono cartacce dalle spiagge o dalle pinete, sempre capeggiati dal classico politico di turno con il suo sorriso accattivante che si fa inquadrare dalle telecamere mentre anche lui raccoglie le “cartacce”, cosciente del fatto che a pochi chilometri di distanza da questi teatrini da telegiornale si stanno continuando a seppellire rifiuti nel sottosuolo di qualche zona disabitata.

E infine quale miglior teatro dell'aeroporto dove anche chi non è affatto interessato ai problemi dell’inquinamento, di qualunque tipo esso sia, è costretto (per non perdere l'aereo) a notare che qualcuno e qualcosa si sta “muovendo per noi”.

È a questo punto che trovo necessario, per proseguire il mio discorso ed arrivare ad un concetto basilare, riportare l’esempio del passeggero del Roma-Milano… (continua)

(17 ottobre 2017)