Altri nomi di aeroporti

Scritto da Antonio Chialastri

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In seguito alla pubblicazione dell’articolo sui nomi degli aeroporti mi sono reso conto che c’è una discreta curiosità in materia. E diversi lettori mi hanno scritto per correggere, segnalare, informare: a tutti loro va il mio ringraziamento.

C'è chi ha corretto alcune mie errate convinzioni; altri mi hanno segnalato nomi di aeroporti stranieri che si rifanno ad aviatori celebri; altri ancora infine mi hanno informato su eventi storici di cui ero completamente all'oscuro.

Cominciamo dalle rettifiche. La prima è una bella svista che solo un lettore ha colto e riguarda il nome del Barone Rosso, chiamato così perché pilotava aerei di colore rosso. Non si chiamava Otto, ma Manfred Von Richtofen. Il pregiudizio sui tedeschi ha avuto la meglio su di me e scrivere il pezzo di getto ha prodotto questo scherzo.

L’aeroporto di Torino Caselle non è vero che manca di personaggio famoso cui dedicarlo, ma è già intitolato a Sandro Pertini, indimenticato Presidente della Repubblica, che però, ironia della sorte, era ligure di nascita.

L’aeroporto di Bergamo è dedicato a Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, che è una piccola località della zona da cui prese i natali il più famoso pittore italiano del ‘600. Dato il suo continuo peregrinare in vita, avrebbe potuto dare il nome anche all’aeroporto di Malta, o a qualche scalo siciliano.

C’è poi la segnalazione dell’aeroporto di Lyon Satolas, intitolato niente meno che ad Antoine de Saint-Exupery, pilota e letterato, autore di un’opera che ha venduto decine di milioni di copie in tutto il mondo: Il piccolo principe. Si chiamava anche lui Antonio, alla francese, per cui è un doppio oltraggio averlo dimenticato, manco volessi il monopolio della figura di pilota letterato.

A Bucarest, capitale della Romania, ci sono due aeroporti: Otopeni e Baneasa. Otopeni è intitolato a Henri Coanda, uno dei precursori dell’aeronautica romena, mentre Baneasa è intitolato ad un altro eroe romeno, asso dell’aviazione.

Una interessante segnalazione è quella su Fiorello La Guardia, l’ex sindaco di New York cui è dedicato uno degli aeroporti cittadini. In realtà, il Fiorello era anche un abile aviatore che partecipò, come capo, alla spedizione statunitense in Europa durante la Prima Guerra Mondiale, pilotando un bombardiere Caproni CA3.

A Cuzco, in Perù, l’aeroporto è dedicato al tenente Alejandro Velasco Astete, el cholo aviatore, le cui gesta ha già raccontato Franco Di Antonio proprio sulle pagine di ManualeDiVolo.

Andando a spulciare con notarile puntualità, c’è chi ha scoperto anche che in Italia ci sono una quantità di piccoli aeroporti intitolati a personaggi importanti dell’aviazione, come Lugo di Romagna, che prende il nome di Francesco Baracca. Lugo deve condividere però l’appellativo con un altro aeroporto militare al centro di Roma, nella zona di Centocelle, che adesso è una zona ben servita, ma una volta era sede di una baraccopoli. Forse per questo che nessuno si è accorto di un Baracca in più.

L’aeroporto di Reggio Calabria si chiama Tito Menniti, pilota calabro abbattuto durante una missione in Etiopia nel 1935. Etiopia che non porta troppo bene agli aviatori italiani, poiché anche un altro aviatore colà caduto ha dato il nome all’aeroporto di Viterbo: il suo nome è Tommaso Fabbri. Il terzo aviatore deceduto in Etiopia è Vincenzo Magliocco, cui è intitolato l’aeroporto di Comiso in Sicilia. Nel suo caso però, fu abbattuto a terra mentre dormiva vicino al suo aereoplano nel 1936.

Segnalato da Pietro Pallini, che di quelle parti se ne intende, c’è anche l’aeroporto di Lucca, che prende il nome da Enrico Squaglia, un pilota che ha partecipato alla spedizione di Italo Balbo in America e che è deceduto nel viaggio di ritorno da Chicago.

Insomma, è intuibile capire i motivi che spingono a dedicare un luogo come l’aeroporto a personaggi famosi. Abbiamo visto che i grandi aeroporti internazionali prendono solitamente il nome da personaggi famosi sì, ma quasi mai legati al mondo aviatorio, mentre le piccole realtà si ispirano molto spesso ad assi della cloche e a grandi personalità nel campo dell’aviazione.

L’aeroporto di Brindisi, stranamente, ha scelto Antonio Papola, un pilota civile morto nel 1938. Non è chiaro a quale categoria appartenga, oppure se dietro la scelta ci siano fattori affettivi di chi è stato incaricato di dedicare l’aeroporto a qualcuno.

Può darsi che fosse il cugino. In Italia, anche quello è un merito.

antonio.chialastri(at)manualedivolo.it

(9 febbraio 2012)