Può succedere a te

Scritto da Antonio Chialastri

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La check list nient'altro è che una lista di controlli che il pilota usa a bordo per accertarsi di non aver dimenticato nulla. Anche perché le disattenzioni spesso si pagano care. Tra l'altro non esiste un solo tipo di check list, ma ce ne sono diverse che si utilizzano in virtù della situazione di volo.


Così, abbiamo le normal check list, che si usano durante le operazioni di volo normali, routinarie e si articolano per fasi di volo. Quindi, la normal check list è una serie di controlli da effettuare sin da quando si arriva a bordo, fino all'uscita da esso.

Le sue fasi sono: cockpit, before start, after start, taxing, before take-off, after take-off, descent, approach, final (chiamata anche before landing), after landing, parking, leaving the airplane. Vediamole nel dettaglio.

La cockpit check list è utilizzata per assicurarsi che i sistemi siano predisposti per il volo, i dati immessi correttamente nel computer di bordo, gli altimetri regolati in modo preciso, il carburante imbarcato è coerente con la richiesta fatta dal Comandante, etc.

La before start si legge per assicurarsi che la messa in moto dei motori avvenga in condizioni di sicurezza, cioè con il freno di parcheggio inserito, i sistemi di erogazione dell'aria per le turbine siano predisposti, etc.

La after start serve per garantirsi contro eventuali superamenti dei parametri motore e per cominciare a muoversi dal parcheggio, inclusi i segnali da parte del personale di terra che è sotto bordo per coadiuvare l'equipaggi nella messa in moto dei motori.

La taxing check list si legge per assicurarsi che tutti i controlli, dai comandi di volo agli strumenti di navigazione, dai dati di decollo alle rotte di navigazione utilizzate dopo il decollo siano corretti.

La before take off è la serie di controlli che permette di mettere in sicurezza gli impianti nell'imminenza del decollo, come il controllo della configurazione, della pista di decollo, della spinta, etc.

La after take off serve a controllare che le superfici di volo siano rientrate nella loro posizione originale, che il carrello di atterraggio sia dentro, che l'altimetro sia predisposto per la fase di salita e così via.

La descent check list si effettua all'inizio della discesa per l'aeroporto di destinazione e serve a predisporre gli altimetri secondo i parametri della pista di atterraggio, di confermare il briefing che i piloti eseguono per informarsi a vicenda della serie di azioni che compiranno durante l'avvicinamento finale.

La approach check list è utile ai piloti che si stanno avvicinando all'aeroporto e consente di predisporre gli impianti, la navigazione, gli altimetri, in modo da avere sotto controllo tutti i parametri che servono a configurare l'aereo per l'atterraggio.

La final check list è il controllo finale per assicurarsi che tutti i sistemi, la configurazione dell'aereo, le interfacce di navigazione siano adeguati per effettuare un atterraggio in sicurezza.

Una volta, toccata la pista, e liberatala per permettere l'atterraggio degli aerei che seguono, si legge anche la after landing check list, che serve a ri-configurare l'aereo per l'entrata nella piazzola di parcheggio.

La parking check list è relativa allo spegnimento dei motori, l'estinzione delle luci anti-collisione, l'apertura delle porte e così via. E infine, prima di lasciare l'aereo, occorre sincerarsi che tutti i sistemi siano disalimentati, l'aereo frenato, in modo che l'equipaggio montante si trovi senza dati in memoria e con la possibilità di cominciare a lavorare su un aereo “neutro”.

Se queste sono le check list per le fasi di volo in condizioni normali, ne esistono altre per le condizioni anormali e di emergenza. In questo caso, l'utilizzo delle check list dipende dall'impianto in avaria. Ogni impianto, o serie di impianti, ha delle check list che sono non tanto delle liste di controllo, ma una specie di trouble shooting – come lo chiamano gli americani. In realtà, è proprio come il libretto delle istruzioni del televisore che riporta anche una sezione in cui si possono risolvere i problemi applicando un algoritmo.

Ad esempio: non si accende il televisore? Risposta da manuale: hai provato ad inserire la spina? Oppure, “Il telecomando non funziona”. Suggerimento del manuale: Ci sono le batterie? Insomma, la check list per le situazioni anormali e di emergenza è una serie di accorgimenti che il costruttore dell'aereo elabora per aiutare a risolvere eventuali problemi.

Ci sono poi delle modalità di lettura che variano in funzione della fase di volo e della gravità della situazione. Così, ci saranno delle voci che ad esempio andranno fatte a memoria, poiché il tempo a disposizione è talmente ristretto che non ci possono essere indugi nel metterle in pratica.

E pensare che le check list nacquero negli anni '30, come rimedio ad un grave incidente aereo che coinvolse un aereo militare durante una dimostrazione. Si trattava di dimostrare le qualità dei vari aerei di fronte ad una commissione esaminatrice. Il B-17, con a bordo uno dei piloti più esperti dell'aeronautica statunitense, decollò e subito dopo aver sollevate le ruote da terra si impennò, stallò, e cadde rovinosamente in terra. Non male per una presentazione. Tuttavia, alcuni piloti che avevano seguito il progetto, erano intimamente convinti che l'aereo avesse delle grosse potenzialità e fecero in modo da farne acquistare alcuni esemplari dall'aviazione USA. Non prima, però, di elaborare alcuni accorgimenti utili ad evitare situazioni come quella sperimentata durante la dimostrazione.

Gli investigatori che dovettero scoprire la causa di incidente dichiararono che “c'era troppo aeroplano per un solo pilota”. Troppe cose da ricordare, troppi sistemi da controllare e quindi i piloti successivi si dotarono di una specie di lista della spesa ideata per verificare che alcuni impianti fossero predisposti correttamente. Poi, pian piano, sulla scia di altri incidenti, altre voci furono aggiunte per evitare che altri piloti facessero gli stessi errori. Così, se l'incidente era determinato da una regolazione dell'altimetro non corretta, immancabilmente sulla check list appariva subito dopo una voce: “Altimetri......controllati”.

Oggi, anche in sala operatoria stanno utilizzando le check list. Tanto per non dimenticare i ferri nel paziente o qualche garza dentro l'intestino. Il problema è capire che questa check list è uno strumento e non il fine del lavoro che si svolge e deve essere metabolizzata come ausilio al mantenimento di un ambiente quanto più sicuro possibile. Se viene vista come obbligo da ottemperare e basta ci si dimentica del sangue che vi è dietro la sua elaborazione.

Forse andrebbe scritto sul frontespizio della check list: “It may happen to you!”. Può succedere a te...

(6 maggio 2014)