Cieli Turbolenti

Scritto da Franco Di Antonio

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A volte mi capita, facendo un po' di zapping, di imbattermi in qualcosa che non riesco ad abbandonare: non sono pellicole o documentari irrinunciabili, ma proiezioni che riguardano l’aeronautica, così, bello o brutto che sia l’evento, voglio vedere com’è trattato l’argomento e come va a finire.

turbulentUno degli ultimi in cui mi sono imbattuto è il film Turbulent skies - Volo fuori controllo (2010), un cosiddetto thriller d’azione veramente da evitare: unica cosa notevole è che, essendo frutto d’innumerevoli, scopiazzature fornisce l’occasione per citare una miriade di film incentrati su un tema specifico: il trasbordo in volo.

In verità non è possibile trasferire una persona da un aereo ad un altro, a meno che non ci si riferisca ai cosiddetti wing walkers cioè gli acrobati dell’aria che saltano da un aereo ad un altro o da un aereo ad un elicottero per fare spettacolo nelle manifestazioni aeronautiche o in alcuni film d’azione. Ma a forza di pellicole che raccontano di come un uomo oppure un’intera squadra d’incursori possano essere trasferiti da un aereo all’altro durante un volo, si finirà per credere possibile l’operazione.

Il mestiere di wing walker è veramente pericoloso, e svolto in genere ad altezze tali da non consentire misure di sicurezza, il che comporta una casistica elevata d’incidenti mortali. L’ultimo si è avuto recentemente in Michigan, presso la Selfridge Air National Guard Base, dove un noto stuntman, Todd Green, è morto cadendo da circa 60 metri mentre tentava il trasbordo da un biplano ad un elicottero durante uno spettacolo aeronautico. In genere si utilizzano biplani oppure elicotteri, per le loro velocità piuttosto basse.

Un buon film che parla della vita di questi avventurieri dell’aria è appunto “I tre avventurieri” (1967) con un cast eccezionale: Alain Delon, Serge Reggiani e Lino Ventura. Invece il nostro “Turbulent skies” è assolutamente da dimenticare: io l’ho visto su Canale 5, il 31 agosto in prima serata, ma è passato su diversi canali e diverse volte

Il regista, Fred Olen Ray, è uno specialista di cinema a basso costo, ma questa volta ha davvero esagerato: gran parte della trama è copiata da altri film (anche suoi), con inserite, così com’erano all’origine, numerose scene da altre pellicole.

Prendiamo per esempio le scene iniziali, quando per rappresentare un singolo aereo in avvicinamento si prendono brani di repertorio di sei diversi aerei, sia bimotori che quadrimotori, con carrello sia estratto che retratto, e senza tenere conto della quota ipotizzata dai dialoghi. La scena dell’atterraggio di fortuna, poi, è quella iniziale del film “U.S. Marshals - Caccia senza tregua” (1998): un plagio incredibile.

Il regista, a corto d’idee oltre che di fondi, ha scopiazzato anche la trama, che ha l’unica originalità di ipotizzare un sistema automatico di condotta dell’aereo indipendente dall’uomo: teoria intrigante ma completamente sciupata a causa dello svolgimento della sceneggiatura.

La necessità di riportare degli umani sull’aereo fa citare al regista un suo film “Air Rage - Missione ad alta quota” (2001), che però era già una scopiazzatura del film “Decisione critica” (1996). In questi due film s’ipotizza l’uso di un aereo modificato per immettere, tramite un tubo da attaccare in volo, delle persone dentro un altro aereo. Nel film del ’96 si presenta una versione da “trasporto” del caccia stealth Lockheed F-117 NightHawk, già di per sé piuttosto strampalata, con l'aereo che avrebbe dovuto applicarsi come una mignatta al ventre dell’aereo oggetto del trasbordo, tanto da essere ribattezzato “Remora”. Nel film del 2001 invece, l’aereo da “ridicolizzare” era un Lockheed SR-71 Blackbird, col solito sistema del tubo da trasbordo. Alcune scene infine sono le stesse di “Missione ad alta quota”, e almeno in questo caso il regista plagia se stesso.

L’argomento del trasbordo era stato già trattato in altri film con ben altri risultati, ad iniziare dal secondo della serie Airport, “Airport ‘75” (1974), dove un mitico Charlton Heston si cala dentro un B-747 filando un cavo da un elicottero Sikorsky CH-53. Un tema quasi identico era poi ripetuto nelle sequenze iniziali di “Cliffhanger - L’ultima sfida” (1993), quando una banda di malviventi si trasferisce con un cavo da un DC-9/30 ad un Lockheed L-1039 JetStar, per poi finire nelle grinfie del solito Stallone-Rambo. Non dissimile la trama di “Air Force One” (1997), con Harrison Ford che, da presidente degli Stati Uniti, viene trasbordato dal suo VC-25A (un B-747), ad un C-130H.

Le scopiazzature ridicole comprendono ovviamente anche la solita hostess che porta a terra un aereo, con i controllori del traffico che danno istruzioni di pilotaggio, le ricostruzioni della cabina risibili (un B-747 con un solo comando dei motori invece che 4), e i caccia intercettori della difesa aerea che sono sempre annunciati come F-15 ma sono poi immancabilmente F-16 (tipico in quasi tutti i film scopiazzati).

In un serio blog di discussione cinematografica un intervento su questo film inizia con queste testuali parole: “Ma porca vacca!”...

E che questi film, nemmeno di serie B, siano in ogni caso pericolosi, lo dimostra un fatto che mi è capitato. Un’assistente di volo che la sera prima aveva assistito ad uno di questi spettacoli, ed evidentemente, nonostante la sua professione, aveva bevuto tutte quelle facezie, ci chiese di dirgli come avrebbe dovuto fare per portare a terra l’aereo. Inizialmente rispondemmo spiritosamente dicendo che sarebbe stato meglio se avesse preso un brevetto di volo o pregato per la buona salute dei suoi piloti, ma quando le richieste si fecero pressanti, decidemmo di stare al gioco...

...uno di noi si finse morto mentre l’altro fingeva di essere il controllore che dava istruzioni: finì con una crisi isterica!

 

Scheda filmografica

Titolo originale: Turbulent Skies
Paese e anno di uscita: USA, 2010

Regista: Fred Olen Ray
Interpreti principali:
Casper Van Dien
Brad Dourif
Nicole Eggert

(9 ottobre 2011)