Les chevaliers du ciel

Scritto da Franco Di Antonio

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Bel film di contenuto aeronautico, che ci fornisce l’occasione di riscoprire le passioni di una gioventù ormai lontana: quella dei nati intorno al ’50, oggi in prima pagina per la terminazione dei progetti pensionistici eseguita dal rettorato di salvezza nazionale installato a Palazzo Chigi.

chevaliersPer altro parliamo di una generazione che si rese responsabile anche del 68, così pare quasi normale che sia trattata da vil razza dannata...

In onda il 14 dicembre alle 21:10 su RAI 4 , il film Sky Fighters, titolo inglese della pellicola francese Les Chevaliers du Ciel (2005), ha riportato a galla antichi ricordi. Si tratta di un cosiddetto remake di una serie televisiva francese del 1967, prodotta dalla ORTF con lo stesso titolo, e doppiata quasi subito in italiano con l'ovvio titolo I Cavalieri del Cielo. Ispirata a dei fumetti di enorme successo in Francia, Belgio, Italia, Le Avventure di Tanguy e Laverdure, la serie aveva una sigla cantata da Johnny Halliday.

In quei tempi alimentavamo la nostra passione per l’aviazione con fumetti, film e serie televisive che non ci avrebbero più consentito una vita “normale”. Anche la mitica TV dei ragazzi ci proponeva serie americane che ci tenevano incollati ai teleschermi, dimenticando i compiti quotidiani, come Avventure in Elicottero (uscite in USA come The Whirlybirds o Copter Patrol, 111 episodi dal ’57 al ’60).

Andava forte anche la striscia di Dan Cooper col suo Delta Blu, edito in Italia prima dal Corriere dei Piccoli e poi dai Classici Audacia e dagli Albi Ardimento. Non mancavano i cartoni animati, come Dastardly e Muttley e le macchine volanti, noto anche come Lo squadrone avvoltoi (1968), corrispettivo aviatorio di Vilcoyote, ed il bracchetto cacciatore Snoopy dei Peanuts. E poi, come dimenticare Buck Danny e le serie italianissime dove abbiamo appreso i primi vocaboli aeronautici in diverse lingue: la Collana Eroica, Forza Joe col capitano pilota Joe Missouri, e diverse altre collane come RAF, 4 Commandos, e Submarine?

Il protagonista era, di solito, il combattimento aereo nella seconda guerra mondiale o le avventure a bordo di un jet con ali a delta come il Mirage o il Delta Dart. Era l’epoca in cui faceva scuola la massima di Marcel Dassault: un aereo per volare bene deve anche essere bello. Ed il Mirage era bellissimo, poteva essere paragonato solo allo Starfighter o al Draken, seguito dal Vulcan e più tardi dal Blackbird (tutti protagonisti di molti film).

Il merito del film Sky Fighters è quello di averci messo sull’onda dei ricordi, ma si tratta comunque di un’opera originale di soggetto aeronautico dall’inizio alla fine, con riprese mozzafiato e mirabolanti acrobazie. Al centro ancora il Mirage, questa volta nella sua versione più moderna, il 2000.

La trama non è il massimo, ha alcuni salti logici e presupposti generici e deboli, anche se viene svolta con grande impegno dal cast. Soffre forse dell’idea di fornire una risposta europea al Top Gun americano (1986). Gli eroi, che fanno il verso a Tanguy e Laverdure, sono due capitani dell’aviazione francese (Marchelli e Vallois), che sono costretti ad abbattere un prototipo importantissimo.

La vicenda si dipana un po' a stento, tra integralisti cattivi e l’incubo di un nuovo 11 settembre, anche se il film vanta un originale record: è la prima volta che la difesa francese autorizza voli e riprese sui cieli della Tour Eiffel. E sono scene di volo molto ben realizzate, che in molti casi danno l’effetto di trovarsi davvero all’interno di un caccia durante le manovre operative, tanto che alla fine si ha il fiatone! L’intervento delle correzioni digitali è minimo e non sciupa assolutamente l’eccellente qualità delle riprese aeree.

Il film, diretto da Gérard Pirès (il regista di Taxxi -1998- con soggetto e sceneggiatura di Luc Besson), vede tra i suoi interpreti Benoît Magimel (Marchelli), Clovis Cornillac (Vallois), Géraldine Pailhas (Maelle Coste), e vive soprattutto dell’aspetto spettacolare, mentre lasciano a desiderare la trama poco verosimile, la sceneggiatura zoppicante e i personaggi tutto sommato banali.

Tuttavia, la bellezza delle immagini in alta quota tende a compensare tutto, anche se alcuni errori tecnici sono duri da buttare giù. Tra questi, anche il lancio da terra del seggiolino dell’abitacolo posteriore di un Mirage biposto: si tratta, in effetti, di un seggiolino “Zero/Zero” (Martin Baker Mk. 10, in grado davvero di funzionare anche da terra e ad aereo fermo), però nella finzione cinematografica l’apertura del paracadute non è correttamente rappresentata.

Le riprese sono state realizzate sia in Francia che negli Stati Uniti, oltre che a Gibuti. La parte iniziale, vero e proprio trionfo di aerei, è ambientata durante l’Air Show di Farnborough in Inghilterra, le riprese americane sono state fatte anche sul Gran Canyon e quelle francesi presso la Base Aérienne 115 Orange-Caritat "Capitaine de Seyne".

La fotografia è di Pascal Lebègue. Adattamento e sceneggiatura sono responsabilità di Gilles Malençon e i dialoghi dello stesso Pirès. Completa il film una colonna sonora, a volte sopra le righe, affidata a Chris Corner.

 

Scheda filmografica

Titolo originale: Les Chevaliers du Ciel
Paese e anno di uscita: Francia, 2005

Regia: Gérard Pirès
Interpreti principali:
Benoît Magimel
Clovis Cornillac
Géraldine Pailhas

(13 dicembre 2011)