Mayday

Scritto da Pietro Pallini

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Il riconoscimento a livello internazionale come “Festa dei Lavoratori” del primo giorno del mese di maggio trae origine dalla commemorazione della cosiddetta “strage di Haymarket”, che ebbe in realtà luogo tre giorni più tardi, il 4 maggio 1886, a Chicago.

In quell'occasione, una pacifica manifestazione di lavoratori che si teneva in Haymarket Square, a Chicago, sfociò in disordini che causarono la morte di undici persone tra poliziotti e manifestanti.

La data del primo maggio fu definitivamente scelta nel 1891, in occasione del secondo congresso dell'Internazionale, e alla sua adozione non è probabilmente estranea (come spesso succede, ad esempio col nostro Natale che si è sovrapposto ad una preesistente festività pagana) una tradizione pagana particolarmente sentita nelle società contadine dell'Europa settentrionale, che celebrava nel primo giorno di maggio il compimento della metà del cammino del Sole tra l'equinozio di primavera e il solstizio d'estate.

Queste celebrazioni (Walpurgisnacht in Germania, Valborgsmässoafton in Svezia, Vappu in Finlandia, Bealtaine in Irlanda, etc), così come la celebrazione “laica” della Festa dei Lavoratori, tutte generalmente indicate col nome di Mayday, non hanno tuttavia niente a che vedere con il mayday aeronautico.

Nel linguaggio specialistico della radiotelefonia aeronautica infatti il termine mayday, che ha lo stesso valore del più conosciuto SOS telegrafico, corrisponde a una pressante richiesta di soccorso, e deriva prosaicamente dalla necessità di rendere foneticamente in inglese una locuzione francese: [venez] m'aider... [venite] ad aiutarmi.

Nasce ufficialmente nel 1923, quando a un ufficiale incaricato delle trasmissioni radio sull'aeroporto londinese di Croydon fu chiesto di trovare una parola facilmente comprensibile a tutti gli operatori, da usare qualora si fosse manifestata una situazione di emergenza. E siccome la direttrice predominante del traffico di Croydon era in quegli anni da e per l'aeroporto parigino di Le Bourget, la scelta cadde su questo curioso ibrido linguistico, in seguito adottato come standard internazionale.

Ripetuto per tre volte all'inizio di un messaggio radio, definisce una situazione in cui “l'aereo e i suoi occupanti si trovano in grave e imminente pericolo di vita”. La trasmissione di un messaggio simile implica, da parte di tutti gli aerei che si trovano sulla stessa frequenza radio, l'interruzione di ogni altra comunicazione di ordinaria amministrazione, per dare modo all'ente di controllo del traffico aereo di intervenire in maniera adeguata, al fine di comprendere esattamente la natura del pericolo e predisporre gli interventi di soccorso più immediati.

L'unica eccezione ammessa a questo “silenzio radio” si ha quando il pilota di un altro aereo, rendendosi conto che l'ente destinatario del messaggio non lo ha in realtà ricevuto, si propone come “ponte radio”, per ritrasmettere la richiesta di aiuto. E' quello che tecnicamente si definisce mayday relay (rilancio di richiesta di aiuto), e deve appunto essere preceduto dalle parole “mayday relay”, anch'esse ripetute per tre volte.

Oltre ad essere una richiesta di aiuto, il mayday è anche un annuncio destinato ad altri aerei in volo nella stessa zona, per metterli al corrente di improvvise e irrinunciabili deviazioni dalla rotta o dalla quota stabilite, cosa che pone il potenziale rischio di una collisione. Valga per tutti, l'esempio di in aereo che, subita l'avaria di un motore, non sia più in grado di mantenere la quota e si trovi perciò costretto a scendere, attraversando quindi quote alle quali stanno volando altri aerei.

Tecnicamente, il messaggio dovrebbe essere composto dalla parola mayday (ripetuta tre volte), seguita dal nominativo radio della stazione che trasmette (anch'esso ripetuto tre volte), dalla posizione, dalla natura dell'emergenza e dalle intenzioni immediate.

Simile al mayday, ma meno “forte”, è il termine pan pan, anch'esso da ripetere tre volte all'inizio del messaggio. Come il mayday, ha una derivazione linguistica francese (panne, che significa “avaria meccanica”), ma identifica una situazione nella quale, pur essendoci necessità di ricevere assistenza, non esiste ancora un immediato pericolo di vita per gli occupanti dell'aereo.

Così come un pan pan, qualora la situazione si aggravasse, può evolvere in un successivo mayday, anche un mayday può a sua volta “regredire” allo stato di pan pan una volta che le prime manovre per riportare sotto controllo l'aereo siano state effettuate.

In definitiva, un mayday è sinonimo di emergenza, mentre un pan pan identifica una “semplice” urgenza... anche se spesso la distinzione tra le due situazioni è davvero molto, ma molto, sottile.

(30 aprile 2012)