Scritto da Pietro Pallini
Se lo chiedete ai passeggeri, la turbolenza è sempre forte... se poi rivolgete la stessa domanda a un passeggero seduto nelle ultime file, allora vi dirà che è addirittura spaventosa, ma questo dipende da un elementare principio di stabilità dinamica dell'aereo, il quale fa sì che i cambiamenti di assetto si percepiscano in misura direttamente proporzionale alla distanza dal muso dell'aereo.
In realtà, i piloti hanno a disposizione una scala più precisa per determinare l'intensità della turbolenza, che fa riferimento in primo luogo alle variazioni di velocità e di quota causate da quello che i profani definiscono “vuoto d'aria”.
Esiste infatti una scala di intensità stabilita dall'ICAO (International Civil Aviation Organization) che definisce quattro livelli di turbolenza .
LIGHT (leggera)
Lievi variazioni di quota e/o velocità. Aereo sempre sotto controllo. Disagio nei movimenti lungo i corridoi. Piccoli oggetti possono essere spostati.
MODERATE (moderata)
Variazioni di quota e/o velocità più marcate. Aereo sotto controllo. Difficoltà nei movimenti lungo i corridoi. Spostamento di oggetti non assicurati, anche pesanti.
SEVERE (forte)
Ampie variazioni di velocità e/o quota. Aereo fuori controllo per brevissimi periodi. Impossibilità di muoversi lungo i corridoi. Oggetti e persone non assicurati scagliati in aria.
EXTREME (estrema)
Aereo fuori controllo e a rischio di danneggiamento strutturale.
(12 dicembre 2009)