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Ustica, 31 anni dopo

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Notevole scalpore ha suscitato, in occasione del 31° anniversario della strage di Ustica, la dichiarazione del sottosegretario alla presidenza del consiglio Carlo Giovanardi, che nel riaffermare la teoria della bomba, si è spinto fino a minacciare di querela chiunque sostenga un'ipotesi contraria.

Giovanardi, che non è nuovo ad uscite del genere, ha anche parlato di sentenze passate in giudicato che escluderebbero la teoria del missile.

Va ricordato però che “le sentenze arrivate fino alla Cassazione” e, come sostiene Giovanardi “passate in giudicato”, lungi dallo stabilire una verità tecnica ufficiale su quanto successo quella notte nei cieli di Ustica, sono in realtà una sola sentenza: quella del 2007 che assolve i due generali dell’Aeronautica Bartolucci e Ferri, accusati di alto tradimento in relazione a presunti depistaggi sulla strage.

C'è invece una sentenza del Tribunale di Roma, del 2003, che accorda credito giudiziario all'ipotesi dell'abbattimento ad opera di un missile. L'inchiesta fu all'epoca condotta dal giudice Rosario Priore, il quale si avvalse di una commissione peritale guidata da Aurelio Misiti, oggi sottosegretario alle infrastrutture e ai trasporti e sostenitore, al pari di Giovanardi della teoria della bomba a bordo.

Una bomba posta nella toilette posteriore dell'aeromobile che, cosa inaudita, avrebbe lasciato integra la maggior parte delle suppellettili contenute nella toilette stessa. A rendere poco verosimile l'ipotesi della bomba, c'è anche il ritardo di due ore del volo, che contrasta con l'ipotesi di un attentato compiuto, in un'epoca dove la modalità di attacco a mezzo di attentatori suicidi era nacora estranea alle logiche terroristiche, utilizzando un ordigno a orologeria.

La relazione prodotta da quella commissione fu ritenuta in sede giudiziaria “affetta da tali e tanti vizi di carattere logico, da molteplici contraddizioni e distorsioni del materiale probatorio da renderla inutilizzabile”. E la maggior parte delle numerose perizie tecniche condotte sull'accaduto paiono concordi nel riconoscere l'esistenza di una notevole attività di aerei sconosciuti nell'area dell'incidente, e nel ricondurre a un missile la causa del cedimento strutturale del DC-9.

Dopo di allora, in seguito alle dichiarazioni rilasciate nel febbraio 2008 alla stampa (e successivamente confermate davanti ai tribunali di Roma e Palermo) dal Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, l'inchiesta giudiziaria su quell'incidente è stata riaperta, e sono tuttora in corso alcune rogatorie internazionali.

Nel 2008, Francesco Cossiga (all'epoca degli eventi Presidente del Consiglio) dichiarò che “...furono i nostri servizi segreti che, quando io ero Presidente della Repubblica, informarono l’allora sottosegretario Giuliano Amato e me che erano stati i francesi, con un aereo della marina, a lanciare un missile...” Il volo IH-870 sarebbe stato quindi colpito per errore, e il vero obbiettivo sarebbe stato un aereo su cui volava il Presidente libico Gheddafi, sfuggito all’attacco perché informato dai servizi segreti italiani.

L'inchiesta della Procura di Roma è ancora in corso, e se alte cariche dello Stato, tra cui segnatamente il Presidente Napolitano, hanno a più riprese invitato a “compiere ogni sforzo, anche sul piano internazionale, per giungere finalmente a conclusioni che rimuovano le ambiguità, i dubbi e le ombre che ancora oggi circondano quel tragico fatto”, il sottosegretario Giovanardi non ha perso occasione per scagliarsi con veemenza contro chiunque metta in dubbio la tesi della bomba, da lui sostenuta.

Immediata, anche in questo caso, la reazione di Daria Bonfietti, che sul volo Itavia perse il fratello ed è oggi presidente dell'Associazione dei Parenti della Vittime della Strage di Ustica, la quale, intervenendo alla cerimonia promossa in Comune a Bologna in occasione del 31° anniversario, ha parlato di “una violenta campagna di provocazione e di denigrazione messa in atto contro chi, a distanza di oltre trent'anni, ancora si batte per sapere la verità sulla morte dei propri familiari e amici”.

(28 giugno 2011)

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