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Le lezioni di AF 447 - I

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I - Nella tragedia del volo AF 447 si nasconde un tesoro: le lezioni che progettisti, autorità di regolazione e di controllo, compagnie aeree, istruttori e piloti possono trarre da quanto è successo. Alcuni frammenti di questo tesoro sono già contenuti nei rapporti preliminari fin qui pubblicati dal BEA.

La verità che sembra più brutalmente emergere dai contenuti finalmente decifrati delle scatole nere dell'Airbus A-330 precipitato nella notte del 1° giugno 2009 ci parla di un equipaggio confuso di fronte a un evento totalmente inaspettato, che ha comportato la perdita di tutti gli automatismi di bordo e di gran parte delle protezioni di cui gli aerei moderni normalmente dispongono. Un equipaggio, in sostanza, che nella preoccupazione di capire cosa stesse accadendo, non è stato capace di identificare correttamente l'insorgere di uno stallo e, per conseguenza, di manovrare efficacemente per uscirne.

E' più che lecito, dunque, interrogarsi sulle ragioni di tale confusione, e le domande che ci si possono porre vertono essenzialmente su due aspetti: i criteri di progettazione degli aerei di ultima generazione e l'addestramento che viene impartito agli uomini destinati a pilotarli.

L'avvento dei computer, e il loro uso su larga scala a bordo dei liners di ultima generazione, ha prodotto macchine capaci di raccogliere ed elaborare una mole sempre crescente di dati, destinati essenzialmente a due compiti: istruire gli automatismi di bordo e fornire informazioni agli uomini incaricati della condotta dell'aereo.

Gli automatismi, un tempo delegati a condurre fisicamente il volo secondo semplici istruzioni impartite dai piloti, sono via via diventati più complessi fino ad arrivare alla concezione di sistemi teoricamente in grado non solo di pilotare l'aereo, ma anche di fronteggiare molte avarie (o almeno di fornire chiare istruzioni su come risolverle) e di costruire tutta una serie di protezioni che, secondo le intenzioni dei progettisti, dovrebbero addirittura “proteggere l'uomo dai suoi stessi errori”.

La ricaduta negativa di tale complicazione informatica è stata però anche quella di porre l'uomo nell'incapacità di afferrare (e quindi di governare) la logica di funzionamento di tutti questi splendidi ritrovati della scienza e della tecnica, col risultato di lasciare un pauroso vuoto nel caso di un malfunzionamento diffuso.

In pratica, le strette interrelazioni esistenti tra le informazioni che corrono lungo i chilometri e chilometri di cavi elettrici che di fatto costituiscono la vera ossatura di un jet di ultima generazione fanno sì che, in caso di avaria generalizzata, diventi estremamente difficile capire cosa sia vero e cosa non lo sia più.

Tanto per fare un esempio: il fatto che ci siano tre computer destinati a rilevare, elaborare e fornire a impianti e piloti i dati essenziali per il volo sembrerebbe di per sé una soluzione ridondante e sicura, e effettivamente lo è... almeno fino a che tutto (o quasi) funziona per il verso giusto. Se uno dei computer riceve dati erronei (o più semplicemente va in avaria), gli altri se ne accorgono, confrontano i dati ed escludono il computer inaffidabile dalla gestione del volo, dandone contemporaneamente avviso ai piloti.

Ma cosa succede se i computer che “danno i numeri” sono due? Ebbene, nel malaugurato caso che soffrano entrambi del medesimo errore, il computer “diverso” sarà proprio quello che invece sta lavorando correttamente, e sarà lui ad essere escluso...

E se le sonde che forniscono informazioni vitali ai computer smettono di funzionare perché si sono coperte di ghiaccio, allora l'intero sistema va in tilt, anche perché un'avaria di questo genere, in fase di progetto, non è contemplata.

Così come non è contemplato che le indicazioni di velocità divengano contemporaneamente inaffidabili durante il volo: l'ipotesi era stata scartata a priori, ma alla prova dei fatti si è verificata, rendendo il funzionamento degli avvisatori di stallo assolutamente incoerente.

Tutte queste cose, semplicemente, sono considerate talmente improbabili da essere eliminate dal campo del possibile (o almeno del ragionevolmente probabile), e quello che è grave è che anche l'addestramento dei piloti risente di questa impostazione.

E di questo ci occuperemo la prossima volta.

I (continua)

(23 agosto 2011)

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