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Fattore anima - II

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II - A 19 anni incontrai l’Aeronautica Militare: una seconda madre, che oltre a nutrirmi, istruirmi e darmi un futuro, da brava mamma mi insegnò una cosa meravigliosa. Mi insegnò a volare, anzi... mi correggo, mi istruì nell’arte del volo: grazie, ora per allora.

E in tanti anni ho incontrato l’Anima della Terra, ho incontrato il vento ed ho respirato il suo alito. L’ho attraversato, vissuto, combattuto, accompagnato. Ho vissuto l’aria, la stessa che oggi respiro per indurre la meditazione.

Lei, l’aria, è sempre la stessa, ma è stata il sostegno delle mie ali, struttura impalpabile che con la velocità diventava solida; intangibile compagna che ha consentito e consente il mio volo, particelle invisibili che si ordinano coerentemente per dare origine alla portanza, la forza che si oppone al peso e, diventato uccello, ho pennellato il cielo per anni, alla guida di un caccia, di un plurimotore o di un ultraleggero, appeso ad un paracadute o ad un parapendio.

Miracolato dall’esistenza di questa forza meravigliosa, ho fatto del cielo la mia casa, il mio hobby, la mia vita.

E, oggi pensavo, quante volte ho visto lì, mentre ero nella mia casa piena di luce, aria e vento, la Grande Sorella? L’ho intuita pigramente seduta sulla nuvola di fronte mentre considerava curiosa quel che facevo.

Ma l’ho anche vista proprio come compare nel film, il barone di Münchhausen, quando a cavalcioni di una palla di cannone lui la incontra e mentre lei ruota la sua falce, si china, ed evita l’arma ultima. Anche questo è successo, magari con meno consapevolezza del Barone, ma con lo stesso risultato: la falce è passata, io l’ho evitata, o, molto più probabilmente Lei ha deciso di lasciarmi andare... mi ha lasciato andare, certo.

Allora è cosi: per un aviatore la Morte non è nemica, ma è come una Compagna, non sempre benevola purtroppo, ti osserva, magari ti fa tremare, ma non ti vuole ad ogni costo. Non ti vuole portare via, in fondo vorrebbe anche lei che tu facessi il tuo percorso terreno, fino al momento in cui finisce il filo che tu hai scelto e che la Moira Atropo recise per te. È solo allora il momento giusto e lei verrà per accompagnarti all’ultima meta. A noi spetta la responsabilità di non anticipare quel momento di incontro.

Quella casa, che non è solo mia, ma appartiene a tutti gli aviatori del mondo, è un osservatorio privilegiato? Possiamo osservare le cose terrene da una angolazione diversa? Questo rapporto con la morte ci può dare una diversa visione della vita?

Molto recentemente riflettevo che tre grandi messaggeri del nostro tempo hanno avuto con la Morte un rapporto particolare, Randy Paush, Steve Jobs ed il nostro Tiziano Terzani.

Ci hanno parlato della loro esperienza con Lei quando l’hanno vista, percepita in arrivo... di come hanno scelto di comportarsi.

Io ce l’ho accanto da 40 anni... ha modificato la mia percezione del mondo? E se è avvenuto a me, avviene anche a tutti gli altri aviatori? Noi, nel momento in cui siamo lì, pulsanti e bottoni, cloche e manetta, comprendiamo la grandezza di questo scambio e del conseguente, continuo, incredibile dialogo? Non lo so.

Sono stato lassù per molto tempo, spesso anche nei sogni, o nei racconti, quelle infinite cene in cui le mani mimano il movimento di avvicinamenti improbabili, di picchiate esaltanti, di risalite vertiginose... non lo so!

Non lo so, ma si presentano di nuovo le immagini del ricordo.

II - (continua)

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(29 ottobre 2011)

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