Quel volo per Istanbul - Beffa d'agosto...
Scritto da Felice Saulino
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BEFFA D’AGOSTO PER I VECCHI AZIONISTI ALITALIA
Mentre la nuova Alitalia privatizzata cerca di nascondere sotto il tappeto i cocci di una gestione fallimentare, gli azionisti della vecchia Alitalia pubblica, fallita e in amministrazione controllata, stanno per subire l’ultima beffa. Una beffa al limite della truffa che si consumerà entro la fine di agosto, tra l’indifferenza della politica e il silenzio dei media.
A fine giugno, dopo una serie di promesse non mantenute, il governo decide finalmente di occuparsi dei risparmiatori che si sono ritrovati in mano azioni e obbligazioni dell’ex compagnia di bandiera.
Il consiglio dei ministri approva un articolo inserito nel decreto fiscale per aumentare i rimborsi agli obbligazionisti. Agli azionisti viene invece riconosciuto il diritto di recuperare qualcosa attraverso uno scambio con titoli di Stato che potranno incassare alla fine del 2012.
Il valore delle azioni viene fissato attraverso un calcolo complesso. Prezzo medio dell’ultimo mese di negoziazioni delle azioni in Borsa, ridotto del 50 per cento. Alla fine, resterà poca cosa. Comunque, per tanti risparmiatori che avevano creduto nella vecchia Alitalia, è sempre meglio che niente. Tra loro ci sono anche i dipendenti che qualche anno fa, in occasione di un rinnovo contrattuale, ottennero azioni al posto di un aumento di stipendio.
Il primo luglio, con decreto legge numero 78, vengono fissati i termini del rimborso. L’ultima data utile per presentare la domanda è il 31 agosto 2009.
Il 4 agosto l’Abi, l’associazione bancaria italiana, invia agli istituti di credito una circolare con “le linee guida per attivare la procedura” e “sostituire le vecchie azioni Alitalia con i nuovi buoni del Tesoro che scadranno il 31 dicembre 2012”. Una volta accettato lo scambio, gli azionisti rinunceranno “irrevocabilmente” a qualsiasi azione legale.
Tutto come previsto. Ma appena i primi azionisti si presentano in banca per la domanda, salta fuori la beffa. Siccome il taglio minimo dei titoli emessi dallo Stato sarà di mille euro, dovranno pagare subito una differenza cash. Facciamo l’esempio di un risparmiatore con un pacchetto di mille azioni che, fatti i conti, gli darebbe diritto a un rimborso di 272 euro. Bene, la banca gli chiederà di versarne subito altri 728 per raggiungere il taglio minimo del buono del Tesoro. Ma per incassare i suoi mille euro, il nostro risparmiatore dovrà aspettare più di due anni. Il 31 dicembre 2012, data di scadenza dei titoli messi a punto da un giocoliere come il superministro dell’Economia Giulio Tremonti.
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