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Il cielo di notte

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Una delle cose che mi rincuora è volare di notte, quando il cielo è sereno e mostra tutta la sua grandezza. Infatti, di giorno si tende a notare la distanza da terra, quindi a guardare in basso, mentre di notte, si rimane affascinati dalla grandezza del cosmo.


Tra l’altro, non tutti i cieli sono uguali. In Europa, mi sembra più piccolo di quello che vedo in Argentina. Lì, il cielo, soprattutto di giorno, pare più grande, non so perché. In Africa, invece, il blu intenso del cielo fa apparire la Terra più vicina.

Ma è di notte che si confonde la vista interna della cabina di pilotaggio, fatta di innumerevoli barlumi, con lo splendore delle luci che si osservano fuori, soprattutto d’estate. Per questo una passeggera argentina di prima classe, entrata in cabina di notte (quando ancora si poteva visitare il cockpit) diede una rapida occhiata, vide la miscela di luci artificiali che si confondeva con il cielo stellato al di fuori di una notte limpida ed esclamò: “Parece el rey de l’Universo”, cioè sembri il re dell’Universo. Non avevo mai pensato all’effetto scenografico che può avere la cabina di pilotaggio per un passeggero. Tante volte diamo per scontate delle cose solo per effetto dell’abitudine.

Certo è che godiamo di un punto di osservazione privilegiato, che non risente dell’inquinamento luminoso delle grandi città o della copertura nuvolosa. Lo so perché d’estate, nel mio paese in Umbria, un professore di astronomia svolge delle lezioni all’aperto di notte per identificare le varie costellazioni, le stelle, i pianeti. È una cosa veramente affascinante, anche se talvolta è disturbata da fenomeni atmosferici come la grandine da fuochi d’artificio delle sagre di paese, oppure i laser che vengono sparati in cielo per colpire gli aerei.

Io ho invece la fortuna di essere al di sopra di tutte queste scocciature e tramite un programmino scaricabile da Internet, nei lunghi voli oceanici, posso anche studiare un po’ di astronomia. È abbastanza naturale rendersi conto che l’osservazione delle stelle varia in funzione dell’emisfero dove ci troviamo. La mappa delle stelle dipende, infatti, dall’emisfero celeste.

Sopra l’Italia ci saranno sempre le stesse stelle, la stella polare, l’Orsa Maggiore, il Piccolo Carro e così via. In Argentina, invece, possiamo osservare una cupola di colore blu scuro punteggiata da una moltitudine di puntini lucenti, situati ad una distanza simile a quella che separa un romanista da un laziale. È lì che mi hanno mostrato la Croce del Sud.

Ed è sempre lì che di fronte all’immensa volta stellata ho pensato a quanto sia vera la massima di Kant, da lui scelta come proprio epitaffio: “Due cose suscitano la più grande ammirazione: la legge morale in me e il cielo stellato sopra di me”.

La mia legge morale è un po’ più imperfetta dalla sua, ma lui non ha mai visto la Croce del Sud.

antonio.chialastri(at)manualedivolo.it

(4 dicembre 2012)

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