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Il più pericoloso

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E’ stato definito dalla stampa come il più pericoloso aeroporto del mondo: la specifica bollatura è stata affibbiata all’aeroporto internazionale di Quito, che recentemente è stato chiuso (19 febbraio 2013). E ovviamente si è portati a chiedersi in base a cosa assegnare un podio tanto poco ambito.


Verrebbe spontaneo dire che se ci sono molti incidenti l’aeroporto è pericoloso, ma in verità potrebbe non essere così scontato: per esempio se gli incidenti sono dovuti a guasti degli aerei, l’aeroporto c’entrerebbe ben poco. Occorre pertanto anche stabilire quali cause dei disastri possano essere correlate direttamente alla tipologia dell’aeroporto.

Iniziamo col vedere quali specifiche caratteristiche ha l’aeroporto di Quito (Ecuador). Nel codice ICAO parliamo di SEQU ed in quello IATA di UIO, che è, o meglio era, intitolato Mariscal Sucre, in onore del liberatore bolivariano Antonio José de Sucre, Gran Mariscal de Ayacucho.

L’aeroporto moderno inizia le operazioni nel 1960, si trova a circa 8 chilometri dal centro della città di Quito, quindi un aeroporto metropolitano, e gestisce nel 2012 circa 10 milioni di passeggeri. Le coordinate geografiche sono: 00° 08’ 20” S (da qui si capisce perché il paese si chiama Ecuador), e 078° 29’ 17” W.

L’aeroporto non solo è immerso in un fittissimo abitato ma è posto a 2.813 metri di altezza sul livello del mare, uno degli aeroporti più in quota del mondo, ed è circondato da rilievi imponenti a breve distanza dalla pista. Passiamo dai più di 4.000 metri ad occidente (ad una distanza di meno di 5 miglia dal campo, e con una differenza con la quota pista di più di 1.200 metri), ai 3.500 metri a Nord, sempre intorno alle 5 miglia di distanza, ai più di 3.000 a sud; infine verso Est la valle si allarga fino a ritornare su quote intorno ai 4.000 metri a circa 15 miglia dalla pista. L’orografia non sembra dunque essere certo un elemento favorevole.

La pista è orientata per 35/17 (351°/171°), all'incirca nord–sud, e la direzione di atterraggio strumentale (solo verso nord, per pista 35) è dotata di illuminazione di pista ad alta intensità, luci di avvicinamento standard e PAPI leggermente più inclinato dello standard (3,12°), ma in linea con la pendenza dell'avvicinamento strumentale ILS (3,2°); ci sono inoltre un VOR e un DME.

La pista è lunga 3.120 metri di cui 2.610 metri disponibili per l’atterraggio. La larghezza è 46 metri, la superficie è asfaltata. Oltre ad avere una sola direzione di atterraggio strumentale, l’aeroporto proibisce ogni virata a ovest del campo e l’eventuale circuito per l’atterraggio su pista 17 deve essere obbligatoriamente effettuato ad est del campo, sempre a causa dei vicini rilievi.

La stagione asciutta va da giugno ad ottobre. Le manifestazioni temporalesche sono tipiche del clima equatoriale, vale a dire molto intense e di larghe dimensioni, naturalmente la configurazione orografica favorisce frequentemente anche il fenomeno della nebbia. La rarefazione dell’aria a 2800 metri di altezza fa sì che l’attrito sul velivolo sia inferiore, quindi gli spazi necessari al decollo e all’atterraggio sono più ampi rispetto ad una pista posta a livello del mare, a parità di aereo e di peso dello stesso. Quindi anche le condizioni meteorologiche non sembrano deporre a favore dell’aeroporto.

Veniamo ora agli incidenti. Nel trentennio dal 1980 al 2012 sull’aeroporto ci sono stati 12 incidenti con 93 passeggeri morti, ai quali si sono aggiunti però molte vittime tra la popolazione residente nelle adiacenze dell’aeroporto. Per dare la dimensione della statistica, facciamo un raffronto nel medesimo periodo con un aeroporto molto simile, quello di Tegucigalpa (Honduras), posto anch’esso dentro l’abitato ed elevato in quota (1.004 metri), e tra rilievi considerevoli: nel periodo di riferimento ha avuto 4 incidenti con 147 morti, più due a terra, dunque un numero di morti molto simile al Sucre, e anche questo rientra a pieno titolo nella famigerata lista degli aeroporti più pericolosi.

Cerchiamo allora di analizzare nello specifico gli incidenti del Sucre International: secondo alcune fonti dal 1984 per quattro volte un aereo ha colpito delle abitazioni nelle vicinanze della pista, causando complessivamente 153 vittime. L'evento peggiore si verificò nell'agosto del 1998, quando un Tupolev Tu-154 di Cubana de Aviación uscì di pista durante il decollo finendo in un campo di calcio oltre la recinzione, uccidendo in tutto 80 persone (14 membri d'equipaggio, 56 dei 77 passeggeri e 10 persone a terra). Nel caso della Cubana però ci fu un problema tecnico aggravato da alcuni errori dell'equipaggio, pertanto l'aeroporto non c'entra, se non per la vicinanza dell'abitato (cosa che causò 10 morti).

Altro caso con moltissimi morti a terra fu quello capitato ad un DC-8 Cargo della AeroServicios Ecuatorianos, il 18 settembre 1984, che causò 49 vittime tra gli abitanti dei dintorni. I numerosi errori dell’equipaggio furono favoriti da un’accesa discussione sindacale prima del decollo.

Secondo la nostra analisi, sui 12 incidenti presi in esame ne abbiamo 6 in decollo, 4 in atterraggio, 2 in avvicinamento. In tutti i quattro incidenti con vittime al suolo l'aspetto negativo dell'aeroporto è stato la vicinanza con le abitazioni. Nei 12 incidenti considerati non emersero delle problematiche aeroportuali riconducibili alle cause scatenanti dell'incidente.

Quindi possiamo dire che la pericolosità riportata dalla stampa è relativa alle case costruite troppo vicino alle piste. L'altra problematica rilevante nella maggior parte degli incidenti fu il comportamento dello staff delle compagnie e degli equipaggi.

Concludendo, si può dire che l'aeroporto di Quito era più mal frequentato che pericoloso.

(13 marzo 2013)

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