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Andrà bene di sicuro

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Lo ammetto: appena finito di leggere “Andrà bene di sicuro” (romanzo di esordio di Alessandro Soldati) sono rimasto una decina di minuti a riflettere perché, per esser sincero, il libro l'ho comprato più per la simpatia nei confronti dell'autore che per la voglia di leggere un libro sulla vita da pilota.


andrabeneI piloti raramente scrivono e quando lo fanno è solo per compilare il quaderno tecnico di bordo, nel quale non è raro leggere storpiature grammaticali ed espressioni che denotano una formazione di tipo tecnico. I piloti sono noti come uomini d'azione sicuri di sé, come risolutori di problemi, lontani dalla riflessione filosofica e dall'introspezione psicologica, e forse questo pregiudizio avrà pesato nel mio approccio al libro.

E invece ho avuto una piacevolissima sorpresa, perché è un bel romanzo, scritto con humour, con quella bonomia tipica della provincia italiana che riesce ad essere profonda pur mantenendo la dovuta leggerezza.

Il libro si articola su tre piani: il primo riguarda la vita nel paese di un giovane come tanti, che ha poche idee (ma ben confuse) su ciò che vorrà fare in futuro; il secondo l'iter formativo di pilota, carriera scelta per caso che continua tentennando fino a sfociare nella terza parte, e cioè quella del racconto di un'azione di guerra combattuta in Bosnia durante il conflitto che ha coinvolto i Balcani negli anni '90.

Alessandro Soldati ha quella che si può definire una “penna felice”, riuscendo a coinvolgere il lettore e immergerlo nelle beghe familiari, nelle discussioni da bar, negli scherzi da vitelloni, con uno stile che ha assonanze con lo Stefano Benni del Bar Sotto il Mare, oppure del Fellini di Amarcord.

Oltre al protagonista, un giovane che intraprende la carriera da pilota, la scena è popolata di personaggi naïf, di quelli che riempiono i bar di tutta Italia, che commentano la vita degli altri, con la battuta sempre pronta e il giudizio tagliente, vivendo da spettatori nel teatro della vita.

La parte che descrive il corso di pilotaggio è un tuffo nel passato per chiunque abbia iniziato a volare sottoponendosi ad una dura selezione, ad un addestramento fatto di sacrifici condivisi con i compagni di cameretta, ad esami che sono sempre un terno al Lotto, di fronte a personaggi improbabili.

Personalmente, mi sono rivisto in una specie di flash-back, rivivendo i miei inizi, le mie aspettative, le mie speranze e i miei timori, e ciò vuol dire che la capacità di introspezione di Alessandro Soldati è di tutto rispetto, ma ciò non sfocia mai nell'auto-indulgenza o nell'auto-esaltazione. C'è sempre equilibrio, nel protagonista, tra l'orgoglio di aver raggiunto un obiettivo importante e la consapevolezza dei propri limiti. Non si percepisce mai la tronfia celebrazione di sé stesso, molto comune in persone di successo che hanno un'alta considerazione di sé.

Volendo paragonare il romanzo ad una composizione musicale, c'è sempre una suonata in sordina per quello che riguarda i successi, ma il pedale di sustain per quelli che sono le incertezze, i timori e le speranze di un giovane alle prime armi, rendendo comunque la melodia sempre gradevole.

La parte relativa alla missione di guerra ha un registro ancora diverso e mostra una maturità, una consapevolezza tale che sembra scritto in momenti diversi: qui, il pilota esperto non ha bisogno di ricordare al lettore quanto è esperto; la capacità di pilotaggio è talmente acquisita che non viene più menzionata, mentre fanno capolino i pensieri più evoluti sulla necessità della missione, sulla considerazione che hanno i militari nell'immaginario collettivo, sulla ipocrisia di una certa classe dirigente che gestisce uomini e mezzi non per un bene comune, ma per semplice tornaconto personale.

La scelta dell'Autore di alternare il plotting con due scenari diversi che si alternano lascia il lettore con la dovuta suspence: come finirà il corso? Come andrà a finire la missione? Si passa dall'azione di guerra portata avanti da due professionisti iper-addestrati al flash-back su un allievo incerto e goffo che non sa cosa fare del suo futuro.

L'epilogo, che ovviamente spetta al lettore scoprire, è anch'esso ben orchestrato con originali trovate che chiudono questa “opera prima”, strappando l'applauso al lettore.

Ora, dovendo fare un bilancio di questa lettura e depurando il giudizio dalla conoscenza dell'Autore (oltre che dalla personale simpatia che provo per lui) mi risultava difficile essere obiettivo. Allora, l'ho fatto leggere a mia moglie.

Il suo giudizio è più positivo del mio. Quindi, bravo Alessandro.


Scheda bibliografica
Titolo: Andrà bene di sicuro
Autore: Alessandro Soldati
Editore: Il Ponte Vecchio (collana Cammei) - 2014
Genere: Romanzo
ISBN: 9788865413913

(25 febbraio 2015)

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