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Quando la sicurezza fa la differenza

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Caro Antonio,
ho letto con interesse e sinceramente divertito il tuo racconto (La forma mentis del pilota, ndr), fra il serio ed il faceto, sulle tue disavventure romane, e mi sono detto “Però Antonio che bravo”; subito dopo però un piccolo spiritello ha cominciato a frullarmi per il capo.


Mi chiedevo: effettivamente l’esempio che tu descrivi è rappresentativo della catena decisionale e di comando che il pilota si trova ad affrontare quotidianamente nello svolgimento del suo lavoro?

Per svolgere correttamente la nostra professione bisogna essere fortunati?

Andiamo con ordine.

Per quanto riguarda la prima domanda: se la “Catena decisionale” da te messa in atto con successo quella mattina, sia frutto di un particolare addestramento tipico della professionalità del pilota mi verrebbe proprio da dire di no.

Quando ti sei trovato di fronte alla ruota bucata etc. hai semplicemente fatto quello che altri mille volte hanno fatto e mille volte altri faranno.

Senza andare a pescare lontano, mia nipote che ha tre bambini in età ravvicinate e che lavora, si trova sovente a risolvere situazioni molto più complesse di quella da te descritta.

Essere in procinto di accompagnare l bambini a scuola il giorno della recita ed accorgersi che uno dei due ha la febbre, mentre sai che in ufficio, “ proprio oggi”, non può mancare, è uno di quei rebus che – nelle sue numerose varianti- rispetto alla capra, il cavolo e il lupo è un gioco da ragazzi.

Queste mamme pur senza uno specifico addestramento hanno superato la sorpresa, esercitato la consapevolezza della situazione, l’analisi e il comando. Hanno cioè esercitato le loro conoscenze di “primo intervento febbre-influenza”, il loro buon senso e l’esperienza.


La differenza fondamentale fra questo tipo di elaborazioni quotidiane e quelle insite nella professione del pilota, ancorché esercitate in un ambiente più complesso, è racchiusa nella parola “Sicurezza”.

Le scelte sul “Corso delle azioni” direi di “Qualità” che vengono prese a bordo, sono condizionate dal fattore sicurezza, dal fattore cioè discriminante che fa la differenza fra “Vediamo se va” e “Margine zero”.

Siamo dei marziani super? No! Solo dei professionisti che ogni giorno, cento volte ogni giorno, devono chiedersi (possibilmente darsi una risposta, come direbbe Marzullo) quello che sto facendo, nell’ambito delle scelte possibili, è quella più sicura?

Naturalmente, ma ciò va da sé, come le patate al forno, anche la fortuna ha una sua ragione.

La ragione della fortuna, visto che oggi siamo in tema, dopo la sconfitta ai rigori della Nazionale (che sfortuna!), per il pilota, consiste nel non arrivarci mai ai rigori, e chiudere prima la partita.

(7 luglio 2016)

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