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Body... che?

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E' diventato il tormentone di questo inizio 2010: body scanner sì, body scanner no, non passa praticamente giorno senza che televisioni e giornali aggiungano nuovi capitoli, forniscano nuove informazioni, riportino pareri più o meno autorevoli di personaggi vari.

Tutto è cominciato a Natale scorso, quando un passeggero del volo Delta 253 da Amsterdam a Detroit ha cercato, nelle fasi finali del volo, di far esplodere una cinquantina di grammi di tetranitrato di pentaetrite.

La pentrite (come viene comunemente chiamata) è un esplosivo ad alto potenziale caratterizzato da una notevole instabilità, e quindi facilmente innescabile, che trova ampio impiego nelle operazioni di sminamento. Altra caratteristica della pentrite è quella di non essere rilevabile dai normali metal detector. Nel caso del volo 253, l'esplosivo era contenuto in una tasca cucita negli slip dell'attentatore, il cui tentativo è stato bloccato in prima battuta da un passeggero, e poi dall'equipaggio dell'aereo.

A ben vedere, nella vicenda del fallito attentato, ci sono diversi particolari che stridono.

Tanto per cominciare, il terrorista, benché segnalato addirittura dal padre come potenzialmente pericoloso, ha potuto liberamente imbarcarsi su un volo diretto negli Stati Uniti quando, in un passato anche recente, aerei di primarie compagnie sono stati costretti ad atterrare su aeroporti militari solo per la presenza a bordo di semplici omonimi di riconosciuti terroristi.

Sorprendono inoltre le sue modalità di azione: accreditato (ma l'ipotesi non è stata ufficialmente confermata) di contatti con Al Qaeda, che pure ha tristemente dimostrato di essere in possesso di capacità logistiche e organizzative notevoli, l'attentatore ha agito in modo pasticcione e confuso, tanto da far sorgere in più di un esperto il dubbio che in realtà volesse farsi scoprire e bloccare. In fondo, gli bastava chiudersi in una toilette per essere sicuro di poter mettere in atto il suo piano senza interferenze.

In compenso, le ricadute mediatiche del suo gesto sono state eclatanti e hanno scatenato una vera e propria psicosi che ha portato, nelle scorse settimane, al blocco di diversi aeroporti sull'onda di allarmi rivelatisi poi inconsistenti.

Balzano agli occhi le analogie con la vicenda della presunta cellula londinese che si asseriva essere pronta ad organizzare attentati sfruttando cocktail esplosivi liquidi, e che ha portato alla ridicola demonizzazione delle bottigliette di acqua minerale.

L'inchiesta dei giudici londinesi ha dimostrato che poco c'era di fondato nelle catastrofiche ipotesi che all'epoca si fecero, ma la macchina messa in moto allora continua a dare i suoi frutti, in termini di disagi per i passeggeri e costi per la comunità, ancora oggi.

Per non parlare dell'allarme-antrace, che ha sparso terrore per mesi e mesi e ha portato, in concreto, al fermo di decine di passeggeri, rei soltanto di fare ampio uso di borotalco per tamponare gli effetti di una copiosa sudorazione ai piedi.

Anche ora, come nei casi appena citati, la macchina della psicosi e del terrore si è messa in moto, e la ricerca di una possibile barriera capace di bloccare questa nuova minaccia si è subito orientata verso l'adozione dei cosiddetti body scanner. Macchine capaci di mettere letteralmente a nudo le persone che le attraversano, rendendo immediatamente evidente ogni corpo estraneo eventualmente trasportato, ma senza dubbio estremamente imbarazzanti per chi vi si deve sottoporre... tanto vero che da più parti si è levata una giustificata preoccupazione per la privacy di chi deve sottostare a un simile controllo.

Senza contare, fanno notare non pochi esperti, che la gran parte delle minacce che si asserisce di voler sventare sarebbero comunque rilevabili anche con i mezzi attuali e con una più puntuale applicazione di rigorose procedure di intelligence... proprio quello che è mancato nel caso del volo Delta 253.

Intanto però l'Italia ha ordinato una decina di body scanner, e altri sessanta pare che siano in arrivo tra Gran Bretagna e Olanda.... mentre Francia e Germania sono su posizioni più caute.

E dato che un body scanner costa quanto venti normalissimi metal detector, c'è chi non ha potuto fare a meno di notare che il vero beneficiario di tutta questa storia, forse, non è la sicurezza dei passeggeri, ma la cassa dei produttori del fantascientifico marchingegno.

(23 gennaio 2010)

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