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B 737 precipita a Beirut

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Un Boeing 737-800 della compagnia africana Ethiopian Airlines è precipitato la scorsa notte poco dopo il decollo. I resti dell'aereo sono stati localizzati in mare, tre chilometri al largo del villaggio di Nameeh, e sette a sud dell'aeroporto di Beirut, dal quale era decollato pochi minuti prima, alle 2:35 locali (0035 UTC).

A bordo dell'aereo, diretto ad Addis Abeba, c'erano 82 passeggeri e 8 membri d'equipaggio. La prima dichiarazione delle autorità libanesi, secondo le quali ci sarebbero stati sette sopravvissuti, non ha trovato ulteriore conferma, e fino ad ora le unità di soccorso hanno recuperato solo rottami e cadaveri.

Al momento del decollo sull'aeroporto libanese le condizioni meteorologiche erano "marginali", con visibilità ridotta e rovesci temporaleschi, come risulta dai bollettini METAR relativi all'orario di decollo del volo ET 409.

Mezz'ora prima del decollo: OLBA 250000Z 31008KT 280V340 8000 VCTS FEW020CB SCT026 13/06 Q1014 NOSIG (vento medio, ma variabile come direzione di provenienza, visibilità sugli 8 km, temporali e cumulinenbi in vicinanza del campo)

Mezz'ora dopo il decollo: OLBA 250100Z VRB03KT 4000 SHRA FEW020CB BKN026 12/07 Q1014 NOSIG (vento praticamente calmo, visibilità limitata con tutta probabilità da un rovescio di pioggia e nuvolosità in aumento)

Anche l'analisi delle immagini satellitari all'infrarosso pare confermare la presenza di nuclei temporaleschi attivi nella zona del Rafic Hariri International Airport.

Generalmente quindi si può affermare che le condizioni del tempo erano impegnative, ma certo non proibitive, e anche se alcuni testimoni oculari parlano di "aereo colpito da diversi fulmini" e dell'inevitabile "palla di fuoco" appare azzardato allo stato delle conoscenze abbracciare questa ipotesi, o per lo meno accettarla come unica ragione dell'incidente.

Il ritrovamento delle scatole nere, che non dovrebbe tardare molto vista la scarsa profondità del mare a così breve distanza dalla costa, dovrebbe far luce su eventuali avarie sofferte dal B 737-800 e permettere di capire se un malfunzionamento, magari in una fase particolarmente delicata del volo con la necessità di evoluzioni a bassa quota per evitare il maltempo, possa essere stato all'origine della catena di eventi sfociata nell'incidente.

Le autorità libanesi, nonostante la presenza a bordo della moglie dell'ambasciatore francese, tendono a scartare l'ipotesi di un attentato.

Impossibile al momento valutare l'eventuale ruolo giocato dalla stanchezza dei piloti, in quanto si ignora se l'equipaggio avesse trascorso una giornata di riposo nella capitale libanese o se viceversa stesse effettuando un volo di andata e ritorno. In quest'ultima ipotesi, tenuto conto della lunghezza del volo (oltre quattro ore e mezzo per l'andata, altrettante per il ritorno) e del periodo notturno, anche la fatica operativa potrebbe avere giocato un ruolo importante.

ET-ANB, così era immatricolato il 737-800 precipitato, era entrato in servizio nel febbraio del 2002 per Ryanair. Acquistato da Ethiopian nel settembre del 2009, aveva subito l'ultima revisione il 25 dicembre scorso.

Ethiopian Airlines ha una flotta relativamente giovane (età media poco sopra ai dieci anni) che si compone essenzialmente di Boeing (tre B 737 del tipo coinvolto nell'incidente e cinque della serie 700, dieci B 757 e dieci B 767), più cinque Fokker 50 destinati al traffico interno e due MD 11 cargo per un totale di 35 aerei.

Fondata nel 1945, è una compagnia che in Africa gode di ottima reputazione e non è mai stata soggetta a provvedimenti restrittivi (black list) da parte della comunità europea.

Due gli incidenti subiti negli ultimi trent'anni: uno nel 1988, causato dall'impatto di un B 737 con uno stormo di uccelli durante un atterraggio a Asmara, e l'altro nel 1996, quando un B 767, a seguito di un dirottamento, esaurì il carburante e fu costretto a tentare un ammaraggio davanti a una spiaggia delle Comore. In entrambi i casi, molti degli occupanti degli aerei riuscirono a salvarsi.

(26 gennaio 2010)

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