Iscrizione Newsletter

Iscriviti alla Newsletter



Login

La strategia di Obama

Attenzione: apre in una nuova finestra. PDFStampaE-mail

L'amministrazione Obama ha rilasciato, il 26 maggio scorso, il documento sulla “Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti”(NSS), che definisce le linee generali della politica di sicurezza del paese stilato periodicamente dal Consiglio Nazionale della Sicurezza (NSC) della Casa Bianca.

L’ultimo rilascio sulla strategia di sicurezza nazionale delle precedenti amministrazioni è del 16 marzo 2006. Tale documento conteneva un approccio più benevolo al multilateralismo rispetto al rilascio precedente, pur ribadendo l'impegno americano in supporto delle democrazie e nella lotta al terrorismo espresso il 17 settembre 2002 a firma di Gorge W. Bush, e che verteva sul concetto di “guerra preventiva”, cosa che causò polemiche notevoli.

"Gli sforzi per contrastare l'estremismo violento -si legge nel nuovo testo varato da Barack H. Obama- sono solo alcuni degli elementi della nostra strategia, e non possono definire l'approccio americano con il resto del mondo".

E ancora: "Noi cercheremo sempre di delegittimare l'uso del terrorismo e di isolare coloro che lo portano avanti. Non è una guerra contro una tattica -il terrorismo- né contro una religione -l'Islam. Noi siamo in guerra con un gruppo specifico, Al Qaeda, ed i suoi affiliati che sostengono gli sforzi per attaccare gli Stati Uniti, i nostri alleati e partner".

Sembra questa la novità fondamentale dell’azione internazionale degli Stati Uniti. Osservata dal punto di vista filosofico e strategico è una novità radicale nell’atteggiamento americano nei confronti dell’attacco delle reti terroristiche. Non più una legittimazione di fatto con una guerra globale al massimo livello, ma una definizione di organizzazione delinquenziale internazionale da combattere come tale e non come una guerra tra civiltà. Si tratta di una delegittimazione che sposta l’impegno dal campo strettamente militare a quello delle informazioni e dell’antiterrorismo.

Queste misure furono auspicate da più parti durante le valutazioni dei successi molto parziali ed a caro prezzo delle guerre in Iraq ed Afghanistan. “Gli Usa- si afferma inoltre nel documento- devono espandere le proprie alleanze alla Cina, all'India, al Brasile, al Sudafrica e all'Indonesia”. Il multilateralismo viene accentuato portando gli USA fuori dal ghetto dell’alleanza atlantica. Nuove regole sono state annunciate per un più forte controllo sulle trivellazioni petrolifere offshore. Si intende considerare la dipendenza dal petrolio come un fatto di sicurezza nazionale.

Anche nelle scelte lessicali c’è una novità importante, la nuova strategia per la sicurezza della Casa Bianca non fa più riferimento alla dizione "guerra al terrorismo" e indica in Al Qaeda il principale, e a questo punto unico, avversario degli Usa. Il presidente Usa ha inoltre vietato di definire gli estremisti tout court "islamici", ma piuttosto estremismo "violento". Oltre ai riferimenti all’Islam sono cancellati anche quelli alla “Jihad” come definizione del terrorismo di matrice islamica.

John Brennan, il consigliere di Obama per l'antiterrorismo, presentando il documento di "Strategia di sicurezza nazionale", sottolinea anche che riconosce "esplicitamente la minaccia rappresentata da individui radicalizzati sul nostro territorio". Il funzionario ha concluso: "Quale che sia la sua potenza, nessun paese può impedire il concretizzarsi di tutte le minacce, e il compito è ancora più difficile per gli Stati Uniti, una società libera e aperta di 300 milioni di persone".

Possiamo dire che il passaggio più significativo è quello relativo al terrorismo: Obama rimuove la formula "guerra al terrorismo", coniata dopo l'11 settembre, e indica nella sola Al Qaeda il principale avversario degli Usa. Più lotta ad una specie di mafia che guerra al mondo islamico dunque. Completa la visione, decisamente innovativa, la considerazione che anche le misure di sviluppo sostenibile sono fondamentali come strategia di uscita dall’Iraq ed Afghanistan. Solo in questo quadro -viene asserito- sarà possibile proseguire le operazioni in Iraq e Afghanistan e contestualmente affrontare le minacce interne ed internazionali.

Per la Casa Bianca lo sforzo globale per combattere i cambiamenti climatici "richiede l'impegno della nazione a ridurre le proprie emissioni".

La nuova dottrina sulla sicurezza nazionale dovrebbe combinare l’impegno diplomatico con la disciplina economica e la potenza militare, con l'obiettivo finale di sostenere il ruolo internazionale degli Stati Uniti.

Nel redigere il documento gli uomini di Obama si sono ispirati ad un precedente insospettabile: il discorso tenuto da Ronald Reagan nel 1984 durante la sua visita in Cina presso la Fudan University di Shanghai, in quella occasione parlando di educazione, ricerca scientifica, esplorazione spaziale e libertà, Reagan, per non irritare i cinesi, non pronunciò mai le parole comunismo o democrazia!

(15 giugno 2010)

 

RSS
RSS