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La guerra senza fine

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I fatti di cronaca corrono veloci, così come si rincorrono le ingegnose trovate criminali e le contro risposte delle autorità per arginare il fenomeno. Si comincia negli anni ’70, quando progressivamente i pacchi-bomba si trasformano in strumenti più crudeli ed efficienti, come gli uomini-bomba.

Risale al 30 maggio 1972 il primo attentato suicida, di un commando di terroristi giapponesi addestrati in Libano che assalta l’aeroporto di Tel Aviv (a quel tempo aeroporto di Lod). Il fenomeno terrorismo balza alle cronache e si tenta di contenerlo con una serie interminabili di raccomandazioni delle Nazioni Unite che si protraggono sino ai nostri giorni. Si tenta inutilmente di giungere ad una definizione univoca  e condivisa di terrorismo.

L’11 settembre 2001, alcuni aerei di linea, si trasformano improvvisamente, da normali ed efficienti mezzi di comunicazione, in strumenti di distruzione. Il terrorismo aereo raggiunge il suo apice. Oltre alla unanime ferma condanna vengono emanate nuove raccomandazioni e nuove norme in campo security, implementando in modo estremamente restrittivo i controlli di sicurezza a terra.

Il 22 dicembre 2001, un britannico di nome Richard Reid nasconde 50 grammi di esplosivo nei tacchi delle sue scarpe. Tenta di farsi esplodere in volo su un aereo della American Airlines, ma l’attentato viene sventato sia per il coraggioso intervento di una assistente di volo e probabilmente per problemi di innesco nel dispositivo di detonazione. I controlli diventano ancora più restrittivi, lunghe code di passeggeri e naviganti in servizio, che passano le loro scarpe sotto i raggi.

Agosto 2006, l’intelligence inglese, sventa un attentato in serie su alcuni aeroplani in partenza da Londra Heathrow e diretti negli Stati Uniti. La nuova idea dei terroristi era quella di farli esplodere in volo grazie a dei nuovi esplosivi liquidi. Nuovo giro di vite nei controlli aeroportuali, vengono sequestrati liquidi di ogni genere. Per la gioia in special modo delle gentili signore di ogni parte del mondo, gli operatori dei controlli di sicurezza a terra fanno incetta di lacca per capelli, creme detergenti, gel vari…

Il 25 dicembre 2009, un nigeriano residente negli States, Umar Farouk Abdulmutallab, viene coraggiosamente bloccato da un passeggero mentre tenta di farsi esplodere in volo su un volo Delta in partenza da Amsterdam e diretto negli stati Uniti. L’ingegnoso marchingegno con 80 grammi di polvere da sparo, stavolta era nascosto negli slip dell’aspirante terrorista. Di nuovo un intervento coraggioso, ma forse, il solito problema nel dispositivo di detonazione. C'è anche un’altra novità, il giovane nigeriano, era stato segnalato (inutilmente) alle autorità americane da suo padre in un gesto di grande responsabilità e dramma personale.

Comunque, anche stavolta il principio di azione-reazione è sorprendentemente tempestivo, nel giro di poche settimane negli States ed in molti stati europei (nonostante il parere negativo della Comunità Europea) vengono messi in opera i body scanner. Ne esistono di due tipi, uno ad onde millimetriche con una doppia antenna che fornisce un immagine tridimensionale all’operatore preposto e l’altro a retrodiffusione di raggi X. Quest’ultimo è un oggetto molto simile alla macchina per le radiografie, solo che emette radiazioni molto più modeste e con una singola antenna riproduce un immagine bidimensionale.

Tutto il gotha della sanità italiana e non solo si è affrettato a rilasciare dichiarazioni atte ad evidenziare l’innocuità di queste esposizioni. I frequent flyers, i pendolari, gli equipaggi di volo (se saranno costretti a passare il body scanner) quante volte al mese dovranno sottoporsi a questi innocui raggi ?

Ma il problema vero è che le risorse economiche, come è noto e come la recente crisi mondiale ha dimostrato, sono limitate. Se vengono destinate in modo preponderante alla pura e semplice  reazione alle nuove trovate criminali, vengono inesorabilmente tolte ad altri settori vitali della sicurezza, come l’intelligence. Quest’ultima, come ha dimostrato lo sventato attentato degli esplosivi liquidi del 2006 è l’unica vera risorsa che può arginare e circoscrivere questo tipo di eventi delittuosi.

Negli altri casi, bene che vada si può trovare una soluzione tampone ed estremamente onerosa solo a posteriori. Aggiungo che la sicurezza rappresenta una forma di investimento: a cosa servono gli ipertecnologici sistemi di sicurezza, se gli operatori della sicurezza aeroportuale hanno in molti casi dei contratti temporanei di ogni tipo ed un addestramento diciamo per sintesi approssimativo? Per non parlare della difficoltà nel controllare la miriade di addetti aeroportuali impiegati in lavori cosiddetti minori ed anch'essi con contratti, formazione e processi di selezione alquanto blandi.

Concludo con una inevitabile provocazione. E se nel prossimo futuro, per evadere i controlli dei fantasmagorici e misteriosi body scanner, i terroristi ricorressero all'espediente già utilizzato dai corrieri della droga? Stavolta però potrebbero inghiottire ovuli esplosivi e, chissà, con sistemi di detonazione più efficaci di quelli escogitati sino ad oggi.

Immagino ci sarà un aumento dei fondi destinati al servizio sanitario nazionale, più tasse, per garantire l'installazione di nuovi e più aggressivi macchinari presso gli aeroporti. Magari si potrà effettuare una TAC, una risonanza magnetica, o perché no, direttamente una colonscopia in loco con opportuno uso di guanto... in fin dei conti, dopo i 40 anni conti un periodico esame alla prostata è consigliato.

(17 luglio 2010)

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