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La hostess single

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Capita spesso, quando incontro un vecchio amico, che mi chieda del mio lavoro. E' in fondo una domanda normale, solo che, immancabilmente, subito dopo mi ammicca, dandomi una leggera gomitata accompagnata da un risolino complice, e ne aggiunge un'altra: “e le hostess, eh?”.

Nella sua immaginazione, ogni turno di volo si tramuta in una specie di Sodoma e Gomorra, dove l’attività principale è quella di saltare da un letto ad un altro. Capirei questa affermazione se fossi il direttore di un bordello.

Sfortunatamente, non lo sono e con questo mi sono compromesso anche le poche chance di entrare in politica. Quindi, sfatiamo un luogo comune: fare la hostess è un lavoro come un altro. Se devo essere sincero, anzi, è un lavoro che sta diventando più morigerato di tanti altri.

Innanzitutto, una donna generalmente tende ad essere più sedentaria dell’uomo. Dopo un po’ di tempo che vola, comincia ad accusare i chiari sintomi da affaticamento da viaggio, a parte il dover andare in giro per quattro giorni con la sua valigia mezza vuota, che pesa un colpo. Quindi, c’è tanta stanchezza fisica.

C’è poi l’usura psicologica. stare lontano da casa, con i figli lasciati alla tata o al marito, se il matrimonio è ancora in corso di validità, comportano uno stress che viene affrontato con il ricorso sistematico al telefonino. Vi sono alcune hostess che sono diventate una specie di essere mitologico, come dei centauri, metà donna e metà auricolare.

Un filosofo polacco ha mirabilmente sintetizzato la condizione di chi si trova lontano da casa, teoricamente in grado di fare tutto ciò che vuole: la libertà è l’abisso delle possibilità. Infatti, pur potendo fare ciò che desidera, in mezzo ad uomini che tendono a molestare tutto ciò che respira, avendo quindi l’effettiva possibilità di lasciarsi andare ad uno stile di vita cui faceva riferimento il mio amico, la hostess è più casta di molte altre donne che nell'immaginario collettivo sono considerate caste.

Ancor di più se la hostess è single; peggio che andar di notte. Lei è vegetariana, salutista, leggermente misantropa, esce da una delusione amorosa che le impedisce di affrontare i rapporti con gli uomini su un piano di esplorazione. Lei va a letto con un uomo solo se lo ama, ma non ama nessuno, quindi non va a letto con nessuno.

Questa astinenza auto-inflitta produce uno stato d’animo non proprio solare, portando ulteriore disagio per via del proprio approccio al mondo improntato alla recriminazione piuttosto che alla condivisione, all'auto-fustigazione piuttosto che al godimento.

Sono stato testimone, qualche giorno fa, di un increscioso episodio accaduto all’imbarco di un volo, che ha visto coinvolte una hostess single ed una nota soubrette televisiva.

Come tutte le litigate tra donne, ha assunto toni drammatici e plateali. Il riporto della hostess si imperniava sul fatto che la soubrette, infuriata da una serie di disservizi che aveva subito durante la fase di imbarco, l’aveva apostrofata con un semplice “lei scopi di più”. Una donna di classe non si esprime in questi termini, ma un mio amico camionista mi ha invece confermato che a lui va bene così. Ad ogni modo, ha pensato bene di rivolgersi alla hostess single in questi termini.

Invece di prenderla a ridere, a sdrammatizzare, come avrebbe fatto una mia amica, dotata di notevole sense of humour, che avrebbe utilizzato una battuta del tipo: “è una minaccia o un augurio?”, la hostess si è abbattuta per l’aggressione percepita nel diverbio.

A me è dispiaciuto vederla così afflitta e avrei voluto mostrare più concretamente la mia solidarietà per l’aggressione subita, oltre a dare la mia disponibilità a testimoniare sull’accaduto. Però, ripensandoci, se le avesse dato retta, avrebbe potuto diventare soubrette anche lei. Oltre ad essere graziosa, si sarebbe divertita sicuramente di più che non a lavorare a bordo, dove è costretta a prendersi gli insulti di passeggeri inviperiti.

E adesso che ci penso, non ho mai sentito nessuno dire ad una soubrette: "lei scopi di più". Ci sarà pure un perché. Appena incontro un impresario glielo chiedo.

(4 agosto 2010)

 

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