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L'infermiera dei cieli - Finalmente in volo

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L'infermiera dei cieli
Finalmente in volo
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Il 15 maggio 1930, alle 8 del mattino sull'aeroporto di Oakland, San Francisco, gli undici passeggeri del volo per Chicago vengono salutati all’imbarco dalla prima hostess della storia. Il loro volo durerà circa venti ore con 13 scali intermedi per rifornirsi o prendere a bordo altri passeggeri.

Equipaggiate con un pesante uniforme di lana per preservarle dal freddo di alta quota e con un gran basco, le nostre otto infermiere dovevano salutare militarmente i piloti (all’inizio piuttosto scettici sulla novità), e svolgere una miriade di mansioni. Avevano in tasca un cacciavite per spostare i sedili in caso di necessità, facevano da guida turistica indicando i luoghi d’interesse sorvolati, e ricevevano i biglietti dei passeggeri... il check-in ancora non esisteva. Negli scali dove non c'era assistenza caricavano i bagagli (!), rifornivano l’aereo di carburante e si occupavano anche dell’approvvigionamento del cibo per i passeggeri.

Per quanto riguarda la refezione non potevano offrire un granché, solo thermos con caffè o brodo, e sandwich di pollo. La paga (non proprio principesca) era di 125 dollari al mese, e una volta arrivati a destinazione, aiutava noperfino i piloti a ricoverare gli aerei in hangar!

Le regole contrattuali erano incredibilmente severe, dovevano essere minute per muoversi senza difficoltà nell’angusto aereo, alte al massimo 1,60 e pesare massimo 53 chili, massimo 25 anni di età, rigorosamente nubili, il diploma d’infermiera e il bell’aspetto indispensabili anche se non scritto. Si pensi che la proibizione del matrimonio sarà rimossa solo il 7 novembre 1968!

Alla fine dei tre mesi di sperimentazione i dirigenti della Boeing rilevarono un grande successo per l’iniziativa. La capo hostess Church fu sommersa da domande di assunzione aggiungendo alle sue pionieristiche imprese anche quella di essere tra le prime donne a ricoprire una posizione dirigenziale nell’emergente industria dell’aviazione.

L’entusiasmo per questa impresa può essere riassunto con le parole del Toledo Sunday Times: “Le stewardess dell’aerolinea vanno a lavoro duemila metri sopra il suolo, saettano nello spazio a cinque chilometri il minuto, sono state elogiate, glorificate, pubblicizzate, fantasticate durante la loro breve esistenza. Esse sono divenute l’invidia delle stenografe di New York e delle figlie dei contadini dello Iowa. Esse sembrano avviate a divenire per le giovani americane quello che per i giovani sono i poliziotti, i piloti, i cowboys”.

Ironia del destino la Church rimase in servizio solo 18 mesi a causa di un incidente automobilistico che le causò la perdita dell’idoneità al volo.

Ripresi gli studi all’Università del Minnesota, conseguì la laurea in scienze infermieristiche, e nel 1936 era già supervisore del reparto pediatrico al Milwaukee County Hospital. Nel frattempo la Boeing Air Transport si era fusa con altre tre aziende dando vita alla United Airlines, oggi orgogliosa erede di quella storia.

Ma il destino riservava ancora sorprese per la mitica hostess “numero uno”. All’inizio della seconda guerra mondiale l’esercito degli Stati Uniti si trovò a dover organizzare imponenti missioni di evacuazione dei soldati feriti, e si rese conto del bisogno di assistenza infermieristica a bordo degli aerei ambulanza.

Fu così istituito l’Army Nurse Corps, Air Evacuation Service, ed Ellen Church riprese di nuovo il suo posto nei cieli: nel 1942, col grado di capitano, si arruolò nell’AES. Usò le sue capacità di infermiera e di volo in Africa, Italia, Inghilterra e Francia. Per l’abnegazione e i successi raggiunti si guadagnò la prestigiosa Air Medal, concessa solo a pochissime donne.

Alla fine della guerra riprese la sua carriera professionale divenendo direttore sanitario del corpo delle infermiere all’Union Hospital di Terre Haute nell’Indiana. Pensionata, si sposò infine nel 1964 con Leonard Briggs Marshall già presidente della Terre Haute First National Bank. Non rinunciò alla sua vita attiva e riprese l’equitazione. Poco più di un anno e il destino le giocò il suo ultimo tiro: in un incidente di cavallo riportò ferite che la portarono alla morte, il 22 agosto 1965.La United Airlines in sua memoria versò 25.000 dollari all’Union Hospital e la sua città natale, Cresco, le intitolò il locale aeroporto, che divenne così lo Ellen Church Field (KCJJ).

Aveva avuto nel frattempo l’opportunità di assistere alla consacrazione del mestiere che aveva inventato: nel 1962 papa Giovanni XXIII aveva canonizzato Santa Bona da Pisa come patrona delle hostess di volo.

(8 marzo 2011)



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