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Smettere di sognare

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Il sogno è stato il motore dell'umanità, che ha proiettato l'uomo verso nuovi ed ambiziosi traguardi. Osservo sgomento la società attuale, che molti chiamano globalizzata, ho l'impressione che siamo diventati incapaci di sognare e che anche le passioni vengano in qualche modo contingentate.

Si accetta tutto come fosse un segno dei tempi, ma la visione del mondo neo liberista dove un fantomatico libero mercato si supponeva possedesse doti taumaturgiche di giudice equilibrato e regolatore del sistema è miseramente fallita.

Le protezioni che le società dello scorso secolo (parlo del 1900, non è così lontano) avevano messo in essere stanno lentamente cedendo il passo a derive personalistiche e populiste assai pericolose.

La cosa più grave in questo progressivo disastro antropologico sociale è l'omologazione dell'intero occidente unitamente alla rassegnazione-incapacità di elaborare e mettere in pratica i propri sogni, in special modo per i più giovani.

Adesso tutto appare accettabile : pensare che si andrà in pensione a 70 anni con il 40% dei contributi versati; la tracimazione dei sindacati da un ruolo pro-lavoratori a realtà effimere e pro-governative; che tra il prendere o lasciare sia sempre meglio il prendere a qualunque condizione; il becero populismo di molti politici, tra l'altro privo di contenuti; accettare come un segno dei tempi il fatto di avere un futuro così incerto.

Accade anche che professioni che esprimevano più di altre, passione e sogno, come per esempio i piloti, ormai accettino con rassegnazione l’evolversi dei tempi. La tragedia in atto in Giappone ha reso necessario modificare il normale routing per i voli diretti a Tokyo, con una strategia iniziale di voli andata e ritorno con doppio equipaggio per un totale di circa 25 ore di volo pressoché consecutive e con rischio, anche se dicono sia “ridotto”, di contaminazione radioattiva. Una bomba se si è fortunati si riesce ad evitarla, ma le radiazioni no, è impossibile. Siamo vulnerabili e terribilmente passivi, non c’è nulla che possiamo fare.

E invece sembra che a bassa voce qualcuno invece di preoccuparsi od adirarsi abbia pensato che in fondo un impiego così selvaggio ed in deroga ad ogni regolamentazione vigente possa essere un’occasione per monetizzare.

Chi sogna è vivo, chi è vivo si fa domande, propone alternative non esegue passivamente. Ma ormai anche i naviganti, in linea con altre realtà lavorative, non sognano più.

Nei paesi poveri emergenti e nei paesi emarginati, per assurdo esiste ancora la scintilla negli occhi delle persone. Nonostante la fame, il dramma, le loro incertissime situazioni politiche, hanno ancora speranza e voglia di lottare per qualcosa, per i loro sogni; le recenti rivolte dei paesi arabi del Mediterraneo ne rappresentano un limpido esempio.

In questa inflazione (principalmente italiana), per niente casuale, di veline ed arroganti e vuoti uomini muscolosi in una rappresentazione complessiva fatta di trasmissioni ad alto share sempre più banali con scarsissimo valore educativo, ormai neanche ci si innamora più.

L'amore richiede tempo, dedizione, sacrificio ed in questa frenesia perenne ecco che l'amore e la passione lasciano il passo all'infatuazione; è altissima la percentuale di 15enni che usano la pillola del giorno dopo, si è più accettati dal gruppo (omologato) ed è apparentemente più facile sbagliare.
Si consuma non si assapora più.

E' il trionfo dell'ipocrisia, genitori che facendo finta di essere moderni sono travolti da questo tsunami o meglio si scansano e lo lasciano passare.

Allora in questi vuoti di società ed in questa società vuota, si inseriscono i grandi manipolatori della storia. Sono persone intelligenti, più furbe che intelligenti, sanguisughe, vampiri che si nutrono dell'anima “compiaciuta” altrui.

Sono coloro che hanno permesso che sparissero i sogni e che in ogni caso hanno capito che ora non sogna più nessuno. E cosa fanno ? Propongono sogni preconfezionati. Siamo all'apoteosi della manipolazione.

Modelli apparentemente vincenti e che diventa difficile contrastare per quella minoranza che vuole ribellarsi, che vuole proporre un modello antagonista a se stesso ed ai propri figli, fatto di regole, sacrificio, speranza e sogno vero.

Io credo che il più grande sociologo vivente, non me ne vogliano Beck o Giddens, sia l'attuale Premier italiano. Un “sontuoso sociologo” che ha capito ed opportunamente piegato ai suoi fini questa necessità primaria dell'uomo senza la quale è difficile andare avanti: sognare…

(22 marzo 2011)

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